La bambina di cera di Roberta Castelli

Roberta Castelli, dopo aver avuto un buon riscontro di pubblico con La traccia del pescatore, torna in libreria con La bambina di cera (Golem, 2022); un avvincente giallo con protagonista il commissario Vanedda, un uomo dall’intuito perspicace, dichiaratamente omosessuale, che mal sopporta i pregiudizi e i pettegolezzi.

In questo romanzo è alle prese con una serie di vicende alquanto intricate. Iniziano con il misterioso ritrovamento di una bambola in mare, nel cui interno si cela una lettera misteriosa, che così recita:

“Cara principessa, non so se questo è il destino che Dio, come dicevi tu, ha scritto per noi, ma io non sono pronto ad accettarlo. Questa terra è piena di esseri che meriterebbero l’inferno e il tempo a loro disposizione è un’offesa per le brave perone. Perché allora, dimmelo? Perché avrebbe deciso di donarne meno a te? No, da oggi sarò io l’angelo della vita e della morte, te lo giuro amore mio. Oggi dimostrerò al tuo Dio che posso essere come lui: toglierò il tempo a chi non lo merita e lo regalerò tutto a te. Per sempre tuo.
O.”

E proseguono con l’uccisione di un marito separato, corrotto e cattivo, e ancora con il ritrovamento di una donna che ha subito un tentativo di imbalsamazione. Chi può aver adottato un simile comportamento? Chi ha compiuto tali misfatti? Il commissario Vanedda, tra una gioia e una pena d’amore, tenta di indagare…

Una bella storia, che alterna momenti di prosa a espressioni dialettali, che vivacizzano il contesto narrativo. Una trama di genere ben elaborata, personaggi alquanto inusuali, caratterizzano la struttura ossea del romanzo. Attanagliati tra i profumi di un agrumeto in fiore, i lettori di questo libro saranno condotti per mano in una vicenda ricca di pathos e di suspense, dove nulla è mai scontato, e i colpi di scena sempre in agguato. Per gli amanti del genere.