La battaglia navale
- Autore: Marco Malvaldi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2016
Nuove avventure del barista Massimo e dei quattro vecchi avventori del Barlume che vorrebbero fare i detective e ci riescono spesso meglio della fidanzata vicequestore di Massimo, Alice Martelli. Ampelio, Aldo, Gino e Pilade giocano a carte e al biliardo, leggono la cronaca cittadina ma soprattutto si impicciano di quanto avviene a Pineta: un morto l’anno, almeno si tengono in esercizio. La morta questa volta è una bella ucraina, la badante di una vecchia signora del posto, le cui caratteristiche sono uno strano tatuaggio sul sedere, e un volto sfigurato dopo essere stata scagliata con violenza dal mare contro gli scogli.
Le indagini sono complicate, e il caso si ingarbuglia quando le ville signorili della costa vengono imbrattate con vernice rossa e una scritta bilingue, italiano e arabo, tranne una, quella dell’avvocato Alessandro Rossi, professionista molto noto nella cittadina, padre di tre figli, con villa e barca. Uno dei figli forse aveva un flirt con Olga, la ragazza uccisa, forse per soffocamento dopo una crisi essendo allergica ai latticini.
Il giallo procede, intervallato come sempre nei libri di Marco Malvaldi, dalle varie elucubrazioni dei nostri eroi: Aldo, che è socio del ristorante Bocacito, annesso al Barlume, malgrado l’età è ancora molto efficiente, e così anche gli altri ottantenni: c’è poi la bella Tiziana, che serve al bar, e compare anche un vecchio comunista, Armando Mastropasqua, che aveva lavorato in Ucraina ai tempi dell’Unione Sovietica, quando Enrico Mattei aveva fatto i contratti per il gasdotto che ci avrebbe fornito il metano. Ora, da vecchio, può fare solo da interprete con le numerose badanti ucraine che vivono nella provincia pisana, e forse sanno qualcosa del delitto della connazionale. Come al solito l’aspetto più riuscito dei libri di Malvaldi è l’uso della lingua, un dialetto toscano fresco, efficace, ironico che serve a descrivere situazioni stereotipate, modi di dire banali, espressioni consolidate in un uso quotidiano ormai divenuto scontato pur nella sua ripetitività. Il mondo del calcio, i giocatori più o meno noti divenuti maestri di vita, i clienti esigenti che nei ristoranti inseguono la moda dei piatti sofisticati copiati dagli eterni chef televisivi, lo shopping compulsivo che precede una vacanza, il rito del cappuccino, schiumato, al cioccolato, con doppio espresso, l’aperitivo come rito ineludibile, di tutte queste manie il libro è pieno, con il garbo che costituisce lo stile di Marco Malvaldi, il suo sarcasmo, la sua feroce ironia sulle nostre tante piccole ossessioni.
“La battaglia navale” - il titolo del romanzo - fa riferimento alla qualità dello stile investigativo, che la bella Alice spiega al suo fidanzato Massimo, che quanto ad intuizioni ne ha più di lei:
“Un lavoro d’indagine vero, sul campo, è molto più simile alla battaglia navale. All’inizio spari alla cieca, e non cogli niente, ma è fondamentale che tu ti ricordi dove hai sparato, perché anche il fatto che tu lì non abbia trovato nulla è una informazione”.
Nel breve romanzo Marco Malvaldi riesce ad infilare molta attualità: il tema dei permessi di soggiorno, dei clandestini che per quel documento difficilissimo da ottenre, un vero tesoro, sono disposti a tutto, anche al delitto; la violenza sessuale sulle donne per lo più impunita o non denunciata, diffusissima fra gli uomini dell’Est ma non solo, evidentemente; e ancora l’uso della coca, divenuto un vizio diffuso in tutti gli strati sociali, la televisione sempre accesa nei locali pubblici che ingenera modelli e comportamenti pedissequamente seguiti: insomma nel sottotesto della accattivante trama gialla, Malvaldi guarda e descrive impietosamente i vizi e i limiti di una società di provincia che si sono diffusi ormai nella intera comunità nazionale, con risultati spesso oltremodo comici.
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