La battaglia sul lago ghiacciato. Il teutone di Guido Cervo

L’immagine è terribile, i compagni stanno annegando sotto il peso delle loro pesanti armature, i feriti sono abbandonati a sé stessi, lo sottile strato di ghiaccio è ceduto irrimediabilmente. Mezzi, animali e uomini sprofondano nelle gelide acque. Il lago ghiacciato è ormai fratturato e i crociati muoiono a decine emanando terribili grida disumane. Il cavaliere teutonico, Eustachius von Felben spalanca gli occhi inorridito ed il suo viso è un’unica smorfia di terrore e di disgusto. Che Dio li stia punendo per le inaudite violenze perpetrate lungo tutto il tragitto dalla Prussia fin lassù in terra russa? E’ questa l’espiazione per tutto ciò che è stato fatto in terrasanta? In fondo erano cristiani anche i russi, in fondo erano fratelli. Li dividevano solo poche differenze religiose.
Poche le differenze tra cattolici ed ortodossi per giustificare il sangue versato in quelle fredde e nevose terre.

Il tema del pentimento e dei dubbi del crociato di fronte alla violenza ricorre in tutto il romanzo e viene più volte rimarcato da Guido Cervo. La violenza di quelle crociate, a tutte le latitudini, non può essere spiegata da motivi religiosi, in nessun modo. In nome di un Dio non si può massacrare ed uccidere intere popolazioni. Il cavaliere dell’ordine monastico teutonico, che non aveva mai vacillato prima, si pone queste domande fin dall’inizio del viaggio della crociata verso gli attuali confini con l’Estonia, dove, sul lago dei Cjudi, si compie la punizione suprema di Dio, della natura e dove i crociati vengono spazzati via in un sol colpo. Un bellissimo romanzo storico, molto originale per il tema, per la vicenda storica sconosciuta ai più, per l’ordine cavalleresco preso ad esempio (i teutoni e non i più famosi templari), per lo scenario atipico ma molto avvincente. Un fatto realmente accaduto il 5 aprile del 1242 che segnò la sonora sconfitta degli ordini cavallereschi, delle crociate cattoliche e di tutto il movimento religioso ad esse collegato.

Le più efferate violenze in nome della chiesa, benedette dal vescovo, vengono condotte per tutto il tragitto della crociata contro i poveri contadini ortodossi. Una serie di avvincenti battaglie, scontri e assedi contro l’esercito russo comandato dal principe Nevskij sempre dettagliatamente descritti da Cervo in una sorta di emozionante documentario storico dove i protagonisti quali Eustachius, Pavel, fratello Wilfred e molti altri mantengono un filo conduttore che avvicina il lettore alla battaglia finale, all’epilogo, alla spiegazione di tutto, alla comprensione non solo del drammatico viaggio ma di tutto il fenomeno delle “crociate”.

Con la solita impareggiabile bravura, lo storico di Bergamo entra nei particolari e nelle sfaccettature di vicende che non conoscevamo con lo stesso stile letterario dei suoi famosi romanzi come “Il legato romano”, “L’onore di Roma” o “La croce perduta” che anticipa il presente libro. Una mirabile descrizione del medioevo vista attraverso una vicenda poco nota e molto originale ed affascinante.