La camera d’ambra
- Autore: Matilde Asensi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: BUR
- Anno di pubblicazione: 2010
“La camera d’ambra” è il primo romanzo di Matilde Asensi, scrittrice spagnola. Il volume è stato pubblicato in Spagna nel 1999 ma è rimasto inedito in Italia sino al 2010.
La protagonista dell’opera è Ana Galdeano, antiquaria, che, smesse le vesti ufficiali, conduce una seconda vita. Essa fa parte, infatti, del gruppo degli scacchi: sei persone che concludono brillantemente furti d’arte. I membri del gruppo, tutti appartenenti a diverse nazionalità, comunicano fra loro attraverso canali cifrati nella rete internet e a ciascuno di essi è assegnato un ruolo: Ana è il pedone, la materiale esecutrice dei furti, Josè e Donna sono rispettivamente cavallo e regina, i falsificatori, Läufer è l’alfiere, l’informatico, Rook è la torre, il riciclatore di denaro sporco e, infine, Roi è il re, l’organizzatore.
Una nuova missione attende il gruppo degli scacchi: Melentev Vladimir, collezionista, vuole possedere un dipinto del pittore russo Ilja Krylov e per ottenerlo è disposto a versare qualsiasi cifra. Il quadro, intitolato “Mugik”, è del 1916 e si trova nella proprietà dell’industriale tedesco Helmut Hubner, ex nazista.
La missione viene portata a termine ma, durante il furto, Ana si accorge che il quadro è sorretto da una seconda intelaiatura: si tratta di un dettaglio importante posto che l’opera, così recente, non avrebbe richiesto un intervento di questa natura. Una volta deciso di separare il dipinto del pittore russo dalla reintelaiatura, ecco che si scopre una seconda opera: “Geremia” del 1949 di Erich Koch, altro ex gerarca nazista. Quest’ultima tela nasconde un messaggio in codice Atbash, codice usato per la prima volta dallo stesso profeta Geremia per occultare il significato dei propri testi ed è così che “… il gruppo degli scacchi potrebbe essersi invischiato, senza saperlo, in qualche brutta faccenda…”.
I membri del gruppo riescono a decifrare il codice e decidono di organizzare una seconda missione la cui destinazione è Gauforum: il vecchio museo provinciale di Weimar, distrutto dai bombardamenti alleati e poi sostituito da una nuova struttura.
Il gruppo ritiene che siano i sotterranei del museo con i loro doppi muri, le gallerie e i cunicoli costruiti dai condannati ai lavori forzati, a contenere uno dei più importanti tesori dell’umanità: la camera d’ambra scomparsa ai tempi del secondo conflitto mondiale. Ed è proprio questa sala l’obiettivo di Melentev. Quest’ultimo è, in realtà, l’agente Račvov del kgb implicato nell’operazione di altissimo livello “Pietro il grande” il cui fine è quello di riportare l’ambiente alla Russia, il suo originario proprietario.
Ana, con la collaborazione di Josè, percorre per undici giorni i sotterranei del museo sino a quando, con qualche aiuto esterno, riesce a rinvenire il passaggio di accesso alla camera; quest’ultima è di valore inestimabile ma in essa sono contenuti anche alcuni fra i più grandi tesori del mondo: dipinti di Rubens, Rembrandt, Van Dyck oltre a gioielli, oggetti d’arte egizia ed icone russe, ad esempio. Niente è come sembra. Ana e Josè, in seguito al rinvenimento della camera, comprenderanno quali siano stati i veri ruoli assunti nella storia dai protagonisti delle loro ricerche ma non solo...
Un particolare riguarda, infine, la foto che compare sulla copertina del romanzo: si tratta del salone che precede la camera d’ambra definita, quest’ultima, l’ottava meraviglia del mondo ed oggi presente nel palazzo di Caterina a Carskoe Selo. La camera, infatti, originariamente costruita nel periodo compreso fra il 1701 ed il 1709 in Prussia, donata dal re di Prussia Federico Guglielmo I allo zar Pietro I il grande e poi trasferita dai nazisti a Königsberg, scomparve alla fine della guerra ma è stata ricostruita, basandosi sulle foto e sui disegni della stanza originale, per essere inaugurata ed aperta alla visita del pubblico nel maggio del 2003.
La camera d'ambra
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