La carezza della memoria
- Autore: Carlo Verdone
- Genere: Storie vere
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2021
Il nuovo libro La carezza della memoria (Bompiani 2021, a cura di Fabio Maiello) del grande attore Carlo Verdone, regista e sceneggiatore, nato a Roma il 17 novembre del 1950, redatto durante i giorni più duri e drammatici del lockdown del marzo 2020 e completato nel dicembre dello stesso anno, torna a scandagliare il vissuto dell’autore e della sua famiglia nove anni dopo il grande successo di La casa sopra i portici (Bompiani 2012).
“Sono le due e mezzo di notte. Non riesco a prendere sonno. Salendo sul terrazzo vengo investito da un silenzio inquieto. Sì, perché Roma non conosce il silenzio”.
Che colore hanno i ricordi? Hanno colori vividi, brillanti, sia quelli belli sia i dolorosi, melanconici, nostalgici. Una fotografia ha il potere di rievocare il passato e tutte quelle che conserviamo in uno scatolone sono state scattate anche per questo, per rivivere oggi, domani o tra vent’anni, quel momento di gioia, di felicità o di gioioso stupore. Quasi a voler fermare il tempo, che scorre inesorabile. Ma da un anno stiamo vivendo un tempo sospeso, in attesa che la tempesta passi, e come molti di noi hanno fatto durante il lockdown, Carlo Verdone ha deciso di aprire quel grosso scatolone contenente pagine, biglietti, fotografie, relegato sull’ultimo ripiano di un armadio dal suo compianto segretario Ivo Di Persio, mai più aperto da dieci anni, su cui appare la scritta: “Fotografie sparse (da riordinare)”.
C’è assenza di vita nelle strade di Roma, che fa sembrare l’Urbe finta. Verdone ha ancora negli occhi l’immagine del Papa sotto la pioggia che prega nella più atroce solitudine, in una sinistra oscurità. È capitato un evento grave, inatteso, che ha terrorizzato e fermato le città dell’intero Pianeta. La pandemia da Covid-19 ha sentenziato che esser vecchi ora equivale a una possibile immediata condanna a morte.
“Stiamo perdendo la generazione degli anziani, i veri custodi della memoria”, scrive l’autore. Quindi riordinare la proprie vecchie fotografie, più autentiche di un anonimo selfie, appare come una reazione del momento.
“Un desiderio di guardare indietro, a immagini ed emozioni di un tempo in cui avevamo certezze”.
Riguardare dopo anni quelle fotografie, scrivere un libro nella solitudine del proprio terrazzo, la cui vista spazia su circa duecento gradi di panorama: dalla Pineta di Castel Fusano al Pincio. Dedicarlo ai figli Giulia e Paolo, il futuro e la speranza, per ripercorrere tempi lontani, momenti attuali, storie sentimentali, episodi esilaranti, incontri dolenti, vicende piene di sorpresa e poesia, che meritano di esser fermati prima che l’oblio li cancelli dalla mente.
Ciascuno dei quattordici capitoli del volume si apre con una fotografia in bianco e nero: il ritratto da piccola della figlia Giulia, Carlo Verdone, Francesco Nuti e Massimo Troisi, fermati negli anni della giovinezza, Carlo a Praga nel 1973, appoggiato al parapetto del Ponte in una foto scattata dal padre Mario, Carlo Verdone con Paolo Poli davanti al Teatro Alberico di Roma nel 1977, un tramonto della casa in Sabina della famiglia, l’antico volto di Nonno Oreste, il padre di Mario Verdone, il magico litorale laziale tra Sabaudia e il Monte Circeo, Nonno Mario, circondato dai suoi amatissimi nipotini: Giulia, Paolo, Brando e Maria Rosa, figli di Silvia Verdone e di Christian De Sica.
Se è dunque vero che “il ricordo è sempre un conforto, una certezza, l’illusione di una vita che continua”, la carezza della memoria ha un sapore dolcissimo e “melancomico”, come tutti i film dell’autore, grande regista e attore dalla sensibilità straordinaria che ama definirsi “pedinatore di italiani”.
La carezza della memoria
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