La casa a Nord-Est di Sergio Maldini

Marco Gregotti, giornalista televisivo, a 46 anni decide di farsi una casa in Friuli che gli permetta di allontanarsi dalla frettolosa capitale: si tratterà di staccare la spina ogni tanto, per i primi tempi, ma poi nelle sue intenzioni la casa dovrà diventare il rifugio per prepararsi a morire. La morte, infatti, ritorna a più riprese nei discorsi e nelle allusioni di Marco.

Subito si forma un gruppo di amici ma, come era nelle sue intenzioni, non si ritrovano per parlare dei risultati della partita di calcio o delle frivolezze della capitale: i discorsi, sapientemente orchestrati dalla sensibilità di chi li avvia, vertono su valori universali, sulla letteratura, sui sogni.
Nella cerchia di persone risalta subito Vittoria, di cui Marco, pur senza rinnegare il sentimento che lo lega alla moglie e al figlio, si innamora perdutamente. Ma Vittoria, alternando momenti di passione ad altri di incomprensibile distanza, resta sempre un poco misteriosa, avviluppata com’è dalla figura imprecisata di un produttore di sedie di Manzano, sotto la cui "tutela" lei vive.
Ma è il senso della storia friulana quello che offre la chiave di volta nel racconto, perché sarà proprio un’avventura galante di Napoleone, avvenuta duecento anni prima nella stessa casa acquistata da Marco, a spiegare le frequenti assenze, fisiche e spirituali, di Vittoria e quando questa svolta viene svelata, si capisce come il Friuli sia legato ad ognuno dei suoi abitanti, come nulla sia casuale.
Da qui, si capisce l’ostinazione di Marco nella sistemazione del vecchio rudere: gli alberi devono essere locali, non esotici, come le palme che si trovano nelle piazze napoletane; bisogna guardarsi dalle "lusinghe del design", perché si rischia di ricadere nella vacuità che si rifugge; bisogna risolversi ad usare una parte di violenza, per ripristinare l’ordine sul caso che si è impadronito del rustico negli anni dell’abbandono.

Più della storia, qui conta l’atmosfera: mentre si legge, si comincia davvero a desiderare di sedere anche noi con Marco e i suoi amici, davanti a un Tocai e a delle castagne, a parlare di sogni, di vita e di Napoleone.

Con La casa a Nord-Est, Sergio Maldini vinse il Premio Campiello nel 1992.