La casa degli sguardi
- Autore: Daniele Mencarelli
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2018
Daniele è un giovane che, scalfito dall’estrema capacità di farsi carico emotivamente del dolore altrui, tenta di fuggirne tramite droga e alcol. Cerca la strada “della dimenticanza”, come lui stesso la chiama, portando ogni sera allo stremo il suo fisico.
Accanto a lui, un padre e una madre esasperati e un fratello e una sorella che conducono una vita normale, fatta di figli e impegni famigliari, senza però fare a meno di prendere a cuore la situazione del fratello minore.
Dal cratere di questa esplosione di autodistruzione che va avanti da anni, emerge un’occasione inaspettata, quella di un impiego per Daniele, apparso all’orizzonte grazie all’intervento di un amico, Davide. Si tratta di un lavoro tramite una cooperativa che si occupa di pulizie presso l’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma. Il contesto rischia di trasformare agli occhi di Daniele un’opportunità in un buco nero, che potrebbe risucchiarlo nella pelle di bambini e genitori che incrociano il suo sguardo e che inevitabilmente soffrono e patiscono le atrocità della malattia che spesso traghetta al decesso.
Dopo un primo rifiuto, Daniele riesce a inserirsi nel tessuto sociale del microcosmo che costituisce il suo contesto lavorativo. La fatica fisica aiuta a non pensare, dimenticare, e allo stesso tempo lo apre a relazioni di amicizia e solidarietà inaspettate. Si sente parte di una squadra e il feeling con i compagni si rafforza, motivando il ragazzo e continuare e a voler fare sempre meglio. Non mancheranno titubanze, crisi e incontri laceranti con la sofferenza dei bambini. Daniele sembra cogliere ciò che chi lavora in quell’ospedale da anni non ha mai percepito, forse perché, a differenza sua, protetto da una ostinata e cieca corazza.
Ogni singolo capitolo de La casa degli sguardi (Mondadori, 2018) è uno zoom sempre più ravvicinato ai pensieri e ai ragionamenti di Daniele, dai quali è difficile prendere le distanze sebbene si riesca a percepire la sofferenza e il labirinto in cui sembra vagare il proprietario di tali pensieri. Daniele Mencarelli usa le parole come una telecamera, portando lo sguardo del lettore su ogni singolo elemento della giornata, permettendo di percepire tempi dilatati di attese e lavori faticosi. Ogni incontro con colleghi, superiori e conoscenti è filtrato dalla capacità di osservazione di Daniele, uno sguardo che va oltre la prima apparenza, uno sguardo profondo che analizza la sofferenza e le reazioni degli abitanti di questo piccolo mondo a parte, dove ogni individuo che compone il brulicare di corridoi, sale operatorie, bar, uffici e parcheggi sta combattendo una propria battaglia personale, indipendentemente dal fatto di essere paziente, visitatore o parte dello staff. Tutto è descritto da un linguaggio genuino e non artefatto nelle descrizioni dell’ambiente, ma allo stesso tempo poetico quando si tratta di descrivere la prigionia del dolore, quando il corpo può diventare la prigione dell’anima.
Leggere La casa degli sguardi di Daniele Mencarelli significa addentrarsi nel suo sguardo verso il mondo e negli interrogativi che la valutazione che ne deriva lascia emergere. Ciò che si innesca è un meccanismo di curiosità e desiderio di scoprire di più di questo autore, che spicca per poesia del linguaggio e perché, nonostante tutto, conserva un che di fanciullesco e autentico nella sua visione della realtà.
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Per chi ama le storie di profonda sensibilità, chi non abbassa lo sguardo dalle sofferenze altrui. Per chi ama i romanzi introspettivi e di autoanalisi.
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La casa degli sguardi
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