La casa della seta di Kayte Nunn

La casa della seta (Newton Compton, 2021, titolo originale The silk house, traduzione di Anna Vivaldi) è il nuovo romanzo di Kayte Nunn, editor per libri e riviste, autrice di diversi romanzi di successo tra cui il bestseller La figlia del mercante di fiori (Newton Compton, 2018), in vetta alle classifiche per settimane.

“Ho lavorato come domestica e lavandaia per una famiglia di nove persone negli ultimi due anni”.

Settembre 1768, Oxleigh, Inghilterra. La giovane Rowan Caswell, quattordici anni, capelli biondi, stava presentando le sue credenziali al futuro datore di lavoro, Patrick Hollander. In città era presente l’annuale Fiera dei Mestieri di San Michele Arcangelo, che attirava in lungo e in largo le persone bisognose di un impiego, nella speranza di assicurarsi un anno di lavoro. Rowan si era fatta il viaggio di due giorni a piedi dal villaggio di Inkpen, dove risiedeva, dormendo in una cavità del terreno sul ciglio della strada al calare del buio e riprendendo la marcia al sorgere dell’alba. La giovane era preoccupata di non essere assunta, perché in tal caso non avrebbe avuto la forza d’animo per affrontare il lungo viaggio di ritorno a casa della zia e non avrebbe ricevuto nemmeno un caloroso benvenuto, poiché era stata spedita fin lì per ricevere un salario e mantenere i propri fratelli.
Però Mr Hollander, dopo una breve meditazione, le aveva fatto segno di seguirlo sapendo che alla moglie spettava l’ultima parola sulla eventuale assunzione. Quindi Rowan aveva raccolto il fagotto contenente un ricambio di vestiti e qualche piccolo tesoro, tutto ciò che possedeva, affrettandosi a seguire l’uomo che si dirigeva verso la strada principale. Dopo aver superato un colorato e vivace mercato, l’inconsueta coppia si era fermata davanti a una grande dimora di tre piani in cui il piano terra ospitava una bottega. Dalla finestra alla sinistra di Rowan si intravedevano diverse stoffe pregiate: lisce, a righe e alcune riccamente tessute con uccelli esotici e fiori.
“Da Hollander, Finissima Seta” era stato il benvenuto dell’orgoglioso proprietario. In quel momento la giovane domestica non poteva sapere che avrebbe impiegato mesi a imparare i nomi di quei colori che tanto le riempivano gli occhi, ma soltanto poche settimane ad accarezzare la fine seta con le dita, che fino ad allora avevano sfiorato solo il lino grezzo e la lana.

“Rowan rimase a bocca aperta di fronte ai rotoli di raffinati tessuti sparpagliati sul lungo e largo bancone, così delicati e vaporosi che traboccavano dai bordi come l’acqua da un argine”.

La scrittrice rivela alla fine del volume l’ispirazione per l’avvincente romanzo, dove gli eventi passati s’intrecciano con il presente come variopinti e vividi fili di seta.

“L’idea per questa storia è stata concepita al Victoria & Albert Museum. L’ho visitato diverse volte negli anni, soprattutto quando vivevo a Londra, e la sezione dei costumi è assolutamente la mia preferita. Tre anni fa, durante una visita, vidi uno straordinario abito di seta del diciottesimo secolo e non riuscivo più a togliergli gli occhi di dosso. Il tessuto color crema era ricamato con mazzi di fiori ed era luminosissimo nonostante avesse centinaia di anni”.