La casa di tutte le guerre
- Autore: Simonetta Tassinari
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Corbaccio
- Anno di pubblicazione: 2015
“Perché quando è scritto che uno debba ritrovarsi, si ritrova”.
Sta tutto in questa frase pronunciata da Silvia, piccola eroina di dieci anni e mezzo, il significato profondo di questo coinvolgente romanzo scritto da un’autrice versatile e originale.
Romagna, estate 1967. Silvia Frassineti era appena arrivata a Rocca, “borgo di tremila anime sulla collina, a ventotto chilometri da Forlì e una settantina da Firenze”, ospite della nonna paterna. La grande dimora a tre piani con la facciata in pietra bianca, l’aguzzo tetto di mattoni, gli altissimi soffitti e gli infissi di legno color lavanda, era chiamata “la casa di tutte le guerre” perché durante la II Guerra Mondiale aveva ospitato il comando alleato. Regina incontrastata della magione era Mary Frances Higgins Frassineti, giunta fresca sposa in Romagna nel 1924. La bella Mary Frances esile, bionda con gli occhi azzurri, ovale perfetto, naso sottile e carnagione bianchissima, la quale conservava “un bell’accento inglese che non perse mai”, era rispettata da tutti gli abitanti di Rocca, nota nel circondario per il suo clima molto meno rovente rispetto alla pianura. La vestale della casa era la governante Bea mentre il gatto “grazioso e infido” Cheope era geloso della presenza di Silvia, timoroso che la nipotina gli sottraesse le attenzioni della sua amata padrona.
In quella fatidica estate del ’67 Silvia che aveva come massima aspirazione diventare indossatrice, anche se era bassina rispetto ai suoi coetanei, sfoggiava un nuovo taglio di capelli, a caschetto secondo lo stile Vergottini che aveva reso famosa Caterina Caselli. Era bello ritrovare gli amichetti Pietro, Laura e Massimiliano, “la compagnia del giardino”, immergersi in un’atmosfera rassicurante e immutabile, nascondersi nella soffitta piena di segreti. Tutto era cambiato quel primo pomeriggio di luglio quando Silvia e Pietro si erano addentrati nel “cortile del borgo di sopra” per pattinare. In quel cortile abitava Lisa Bandini una ragazzina “strana” dal “temperamento ombroso” insieme a suo padre Tito “ubriacone comunista”. Orfana di madre, Lisa aveva la caratteristica di saltare addosso a chiunque non le piacesse, era accaduto anche con Silvia ma presto le ragazzine erano diventate amiche per la pelle, anche se una barriera insormontabile che non era solo la differenza di rango sociale, divideva i Bandini, che vivevano di assistenza e sussidio, dai Frassineti.
Nella stagione migliore dell’anno, “la stagione delle gambe nude, dei calzini corti, dei pantaloncini corti, dei sandali, delle spruzzate in giardino con la pompa dell’acqua”, Simonetta Tassinari ambienta una storia che rievoca l’Italia dei mitici anni Sessanta dove tutto sembrava possibile. Al centro della trama de La casa di tutte le guerre vi è il ritratto di una grande amicizia tra due bambine completamente diverse l’una dall’altra. Lisa è selvaggia, solitaria, piccola combattente di una guerra giornaliera contro tutti, la cui quotidianità povera non è priva di calore umano e amore, mentre Silvia è protetta dal suo retaggio. Eppure le due ragazzine sentono di avere qualcosa in comune, al lettore il compito di scoprire che cosa in questo bel romanzo venato di una nostalgia tenera e ironica.
“Avvertivo che c’era un abisso che ci divideva, e intuivo che era orgogliosa e infelice, non sapevo se più orgogliosa o più infelice”.
La casa di tutte le guerre
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