La cattedrale sommersa
- Autore: Silvia Ronchey
- Genere: Religioni
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2017
Il titolo del recente saggio di Silvia Ronchey, “La cattedrale sommersa”, allude a un quid che appartiene agli esseri umani da sempre e che talvolta, anche oggigiorno, fa sentire i rintocchi della sua campana dal sommerso, dal profondo, anche quando si pensa di averlo dimenticato. Questa perlustrazione nel sacro la compie adesso l’autrice con questa sua accattivante ed interessante opera.
Silvia Ronchey, docente ordinaria di Civiltà Bizantina all’Università Roma Tre, ha scritto questo libro che ha come sottotitolo
“alla ricerca del sacro perduto”
e allude a un quid che è sotto gli occhi di tutti, che forse è stato dimenticato e si fa fatica a riconoscere.
Una leggenda bretone racconta di un edificio sommerso, episodio riportato musicalmente da Debussy: la città d’Ys venne inabissata per punizione ma la sua cattedrale continuò a far sentire i suoi rintocchi.
Ciascuno sente nel profondo di sé, nella psiche individuale ma anche collettivamente, questo richiamo un poco distorto o soffocato di un elemento che ci sfugge, che è certamente legato alla scarsa comprensione del presente ma è anche legato ad un passato che è stato rimosso.
Un passato che si ripresenta davanti agli occhi sotto forma di simboli che alla volte non si riconoscono più come tali.
Si parte dall’inizio di questo cammino, la mezza luna che ci porta indietro al 24 del mese di maggio del 1453, cinque notti prima che Costantinopoli fosse conquistata dai Turchi. Quella notte vi fu un eclissi di luna che rese necessarie osservazioni astronomiche e scatenò nei due opposti campi di battaglia, una serie di emozioni e di rituali.
La falce di luna, da sempre, era l’emblema di Costantinopoli, perché questa città nasceva sotto la protezione di Artemide, o Diana, dea della Luna, con la Luna in fronte. Questa protezione della divinità femminile, della madre nostra antichissima, memoria di un antico matriarcato, in quel trapasso alquanto agevole tra Paganesimo e Cristianesimo con Costantino, lentamente diviene la (protezione della) Vergine Maria. Nell’iconografia della Madonna ritroviamo immagini lunari o addirittura la stessa falce di luna sotto i piedi, espressione di un sincretismo femminile lunare che sovrintende e protegge la città.
Quando l’eclissi di luna si produsse, alcune leggende narrano che il giovane conquistatore, pazzo, nevrotico, ventenne che rispondeva al nome di Mehmet II, che stava quasi per conquistare la città, intravide in questo fenomeno naturale un segno. Questa particolare immagine lunare venne trasposta in quella che ancora oggi è la bandiera ottomana, la falce di luna su un fondo rosso color sangue purpureo considerata da molti un simbolo dell’Islam. In realtà però l’Islam più rigoroso rinnega questa immagine e non la riporta nelle sue bandiera: in Arabia Saudita o in Iran la memoria correttamente ancora la ricollega ad un paganesimo e ad un matriarcato, ad una antica tradizione precedente il dio maschile dei tre monoteismi.
In riferimento alla conservazione della memoria e alla distruzione dei monumenti e delle opere d’arte di recente operata dall’ISIS, nel libro si ricorda che un evento molto simile avvenne durante la quarta Crociata, nel 1204, quando i condottieri cattolici conquistarono Costantinopoli. Un modus operandi che si ripete sovente nel corso del tempo, come strumento di affermazione di un nuovo potere e di un nuovo ordine.
La cattedrale sommersa. Alla ricerca del sacro perduto
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