La chiave dei ricordi
- Autore: Kathryn Hughes
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Nord
- Anno di pubblicazione: 2019
“La chiave dei ricordi” (Nord 2019, titolo originale The Key, traduzione di Olivia Crosio) è il nuovo romanzo della scrittrice inglese Kathryn Hughes, nata ad Altrincham nel Cheshire, il cui primo romanzo “La lettera” (2016) si è subito imposto come caso editoriale in tutto il mondo, Italia compresa, dove è rimasto a lungo in classifica.
Costruito tra il 1870 e il 1872 su disegno del celebre architetto Sir Leonard Groves, l’Ambergate County Lunatic Asylum era nato per ospitare 1.000 pazienti dalle zone di Manchester, Liverpool e Chester, ma intorno al 1950 nella struttura vi erano ricoverati ben 1.500: un grave caso di sovraffollamento.
Settembre 2006. Sarah, da poco rimasta orfana di madre, era certa che per comprendere appieno il grande rapporto d’amore che aveva legato i genitori, occorreva scoprire quel pezzo mancante del puzzle, che andava collegato a quell’ospedale psichiatrico chiuso nel 1997 e da allora abbandonato, diventando preda di vandali e piromani. Sarah quasi ogni giorno si recava all’interno dell’edificio fatiscente, nella ricerca di materiale utile per fare un libro su Ambergate.
Un giorno, nella soffitta del manicomio, Sarah, aiutata da Nathan, un giovane senza fissa dimora il quale dopo una lite con i genitori se n’era andato di casa giurando di non tornarci mai più, aveva trovato una serie di valigie. Tutte le valigie, di ogni misura e colore, avevano un cartellino fissato alle maniglie con lo spago. Sarah e Nathan le avevano aperte tutte meno una, di pelle marrone e un po’ malconcia, dal fermaglio bloccato. Ma ecco che casualmente, all’interno di una fessura del pavimento della soffitta fatta di assi di legno, Nathan aveva intravisto una minuscola chiave di ottone e una volta aperta la valigia, Sarah era rimasta sconvolta nel leggere il contenuto di un foglio che si trovava nel fondo.
Se nel romanzo “La lettera” Kathryn Hughes denunciava le “Case Magdalene” istituti femminili retti da suore che accoglievano le ragazze orfane, o ritenute “immorali”, per via della loro condotta considerata peccaminosa o in contrasto con i pregiudizi della società benpensante irlandese, in queste pagine l’indice è puntato verso un istituto psichiatrico, che vale come nefasto esempio per tutti gli altri. Il lettore resta sorpreso e rammaricato dalle tristi condizioni di vita di quei:
molti derelitti ospitati in quella sorta di gigantesco deposito per malati di mente, molti dei quali erano abbandonati o dimenticati dalla famiglia e dalla società.
Colpisce l’abnegazione dell’allieva infermiera Ellen Crosby che si prodiga per migliorare la tragica esistenza dei pazienti dell’istituto psichiatrico, come colpisce la determinazione di Sarah, nel volere ostinatamente cercare la chiave dei ricordi legata a un tragico passato.
C’erano così tanti ricordi stipati in quella valigia. Era una capsula del tempo, una finestra sul passato che la terrorizzava, ma alla quale allo stesso tempo non sapeva resistere.
La chiave dei ricordi
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