La chitarra blu
- Autore: John Banville
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2017
“Ho fatto un’incursione nei miei nascondigli segreti, un’esperienza da brivido che mi ha fatto sentire come fossi il fantasma di me stesso”.
Ho sempre adorato leggere John Banville e ora più che mai considero questo suo ultimo lavoro “La chitarra blu” un romanzo denso, ricco e di una bellezza senza precedenti. Struggente, raffinato, che emoziona e coinvolge il lettore.
Oliver, l’io narrante, è andato via, scappato da alcuni giorni. Si è rintanato, come un animale ferito, nella vecchia casa di famiglia, in una piccola località irlandese nella quale è cresciuto e si è svolto il suo passato, immersa nella natura e lontana dalla città. Lì dove la presenza dei genitori è ancora palpabile, ed anche il rimorso di avere commesso nei loro confronti un piccolo ed irreversibile torto. Un esule, come chi sceglie di andare via e di non tornare indietro, o l’uomo che cerca il sogno in cui credere, un sogno non più sogno. Oliver ha provocato il suo destino, è sofferente e lo narra. Con un particolare interesse, in una profonda autoanalisi, esplora le relazioni tra i vari elementi della sua esistenza, e dalle braci ricoperte di cenere si pone alla ricerca di un’ancora di salvataggio.
John Banville prende a prestito i versi de L’uomo con la chitarra blu di Stevens Wallace, poeta americano appassionato della lirica di Yeats, per ricordare che la vita è prendere le cose come sono, spesso senza che nulla cambi. La casa, il suo silenzio e il pensiero corre alla sua infanzia, alle mani del padre e alle parole incoraggianti della mamma. Ricorda gli oggetti furtivamente rubati e nascosti, un tubetto di colore ad olio e una piccola porcellana in casa della zia.
“Mi fermo alla finestra e premo la fronte sul vetro guardando fuori e penso a Byron, sono appollaiato come lui solitario e tragico”.
Oliver sta scappando dalla giovane Polly, sua amante nonché moglie di Marcus, il suo migliore amico, dalla moglie Gloria, e forse da sé stesso. Ed anche dal suo deplorevole segreto, rubare oggetti di scarso valore.
“Esiste un tipo particolare di considerazione obliqua per l’oggetto del proprio desiderio che nel primo stadio del furto è tutto ciò che il ladro si permetterà… Nessun silenzio è come il silenzio che accompagna il ladro”.
Oliver non è un uomo che affascina all’istante; è basso con la testa grossa e i piedi minuscoli. Ha i capelli di un rosso particolare e la pelle biancastra piena di lentiggini. Un fisico tondo che nessuna donna prenderebbe sul serio. Ha sempre vissuto della passione per la pittura, tra i pennelli e tubetti di colori ad olio, e la suggestione delle immagini che si formavano davanti ai suoi occhi. È sempre stato per tutti un amante dell’arte, un vero maestro del colore. Polly non è un gran bellezza, deliziosa ma non da far perdere la testa ad un uomo. È formosa, con un viso a cuore e capelli castani ribelli. Sposata da alcuni anni con Marcus, l’orologiaio, aveva da subito ceduto alle sue lusinghe. Oliver ha rubato anche Polly. Gloria invece è di una bellezza abbagliante, luminosa, algida come Beatrice di Borgogna. Gloria è la sua casa, la sua famiglia e appartengono a lei i suoi ricordi più dolorosi. Fuori dal cottage infuria una bufera, raffiche di vento scuotono le travi della casa. Oliver ha deciso di affrontare la tempesta, quella sua interiore. Fuggire da tutti per paura del mondo. Sembra essere stato il passato a riportalo lì, nella casa dei suoi. Forse i peccati e tra questi quello più grave: di non essere stato presente quando sua figlia, la piccola Olivia, morì in ospedale. Quella notte era a letto con una delle sue amanti. Un pittore un tempo famoso ma che ormai non dipinge più. Ha perso la capacità di guardare le cose e di giungerne alla loro essenza e quello che gli manca di più è il silenzio che si generava quando era immerso nel suo lavoro, una pace ed una quiete che non ritrova in nessun altro modo. Dipingere era per lui un po’ come rubare, uno sforzo infinito per il possesso.
“Sono incompiuto, un sacco pieno di dolore, rimpianto e senso di colpa”.
In quei giorni, nascosto da tutto e da tutti, Oliver si sente come un archeologo del suo stesso passato e scavando strato dopo strato fa affiorare i ricordi della sua vita, i più struggenti e più dolorosi.
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