La città di vapore di Carlos Ruiz Zafón

La città di vapore è il congedo che l’autore catalano Carlos Ruiz Zafón ci ha concesso, prima di una prematura dipartita, a causa di un brutto male che lo affliggeva da anni. In Italia la raccolta è edita da Mondadori (traduzione di Bruno Arpaia) ed è disponibile nelle librerie dal 9 febbraio 2021. Si tratta di 11 brevi racconti (181 pagine), sguardi, scorci sulle trame che tanto ci hanno affascinato e tolto il fiato nel corso dell’ultimo decennio. La stessa raccolta è stata concepita dall’autore come un premio per i suoi lettori che l’hanno supportato nel corso degli anni e consiste nel riunire in un unico volume diversi racconti dati alle stampe in formati diversi o inediti.

Protagonista assoluta è lei, tra le guglie aguzze delle chiese, il porto, la Cattedrale di Santa Maria del Mar e la Sagrada Familia: Barcellona. Ogni passo nelle trame, abilmente tessute dall’autore, ci porta ad assaporare i profumi, gli odori (a volte per nulla piacevoli), le atmosfere di questa città tanto bella quanto dannata e maledettamente fumosa. I protagonisti sono sempre loro: gli sconfitti, gli ultimi della società, i dannati che hanno venduto l’anima al Diavolo, o in tal caso all’angelica figura, Andreas Corelli. Le storie sviluppano alcune trame e sottotrame dei protagonisti della Tetralogia del Cimitero dei libri dimenticati, sempre impelagati in patti col diavolo, spiriti vendicativi e sante reliquie: la famiglia Sampere con i suoi antenati, il misterioso David Martin e le loro allegre compagnie.

“Ho sempre invidiato la capacità di dimenticare che possiedono alcune persone per le quali il passato è come un cambio di stagione, o come un paio di scarpe vecchie che basta condannare in fondo a un armadio perché siano incapaci di ripercorre i passi perduti.”

Non mancano spunti interessanti, che ci porteranno a indagare vicende oscure del passato di personaggi eclettici come Gaudì o Cervantes. Ogni racconto è autoconclusivo, però sicuramente alcuni più di altri risultano parecchio incomprensibili se non si ha una chiave di lettura abbastanza ampia e chiara dei fatti narrati nella saga zafoniana. Ed è proprio questo termine, zafoniano, che può esser considerato un vero e proprio stile narrativo, che risucchia il lettore tra le pagine del libro: una volta che si inizia a leggere non si riesce più smettere, travolti dal flusso narrativo costante, dirompente e dalla grande capacità evocativa, tratto distintivo dell’autore. Non è possibile criticare i personaggi dell’universo zafoniano per aver ceduto parte della propria anima in cambio di realizzare i propri sogni, e sinceramente un pezzetto dell’anima dei milioni di lettori e appassionati dell’autore catalano è andata via per sempre con lui.
Corelli, che ne pensi di riportare indietro il tuo creatore? Sicuramente questa raccolta è il miglior modo per salutare Zafón. Che la terra ti sia lieve, maestro.

“Restammo lì, mano nella mano, a guardare una sconcertante valanga di nuvoloni cremisi che intabarrava il cielo, e piansi, sentendomi alla fine felice.”