La città e la metropoli
- Autore: Jack Kerouac
- Genere: Letteratura di viaggio
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Mondadori
America, anni ’30: la famiglia Martin vive nella cittadina di Galloway, conducendo un’esistenza simile a quella di tante altre famiglie della middle class. L’apparente banalità delle situazioni descritte nei primi capitoli non deve trarre in inganno: le prime pagine servono solo a introdurre i personaggi e il loro ambiente. Ben presto la narrazione prenderà tutt’altra piega, in particolare per tre dei fratelli Martin: Joe, il maggiore, vagabondo scavezzacollo che finisce sempre per cacciarsi nei guai; Francis, l’intellettuale introverso a cui non va mai bene niente; Peter lo sportivo, un sognatore amante del football. Pare che Kerouac abbia infuso in ognuno dei tre una parte del proprio carattere, e non è difficile da credere, visto che è un autore prettamente autobiografico.
La vicenda narrata in La città e la metropoli (Mondadori, 2016, trad. Laura De Palma) si svolge in un arco di parecchi anni: vedremo i protagonisti crescere, abbandonare la provincia per trasferirsi a New York, affrontare ognuno a modo suo quell’immane tragedia che è stata la seconda guerra mondiale, diventare adulti. Ognuno dovrà fare i conti con se stesso e il mondo che cambia, per poi infine ritrovarsi a un funerale e in qualche modo tornare uniti, anche se la famiglia non potrà più essere quella di una volta. Perché il tempo cambia le persone, anche quelle a cui sei più vicino, e in fondo è giusto così.
Il romanzo non è scritto con la prosa spontanea e sperimentale che caratterizzerà Sulla strada, anche se comunque lo stile kerouachiano è già ampiamente riconoscibile, soprattutto in quei passaggi che descrivono l’entusiasmo dei personaggi verso qualcuno o qualcosa: in questo senso spicca fra i protagonisti Peter, forse il più vicino al vitale sentire dello scrittore.
Uno dei temi centrali è la differenza fra la vita di provincia e quella nella grande città, da cui il titolo dell’opera: un viaggiatore come Jack Kerouac non poteva non rimanere affascinato dalla tentacolare New York, anche se si avverte la nostalgia del tempo lontano e innocente vissuto nella cittadina, soprattutto all’inizio e verso la fine del romanzo. Le ultime pagine sono le migliori, e il finale malinconico e avventuroso che vedrà protagonista Peter lo sportivo sembra quasi introdurre l’ossessione per il viaggio che sarà il tema conduttore di molte delle opere successive dell’autore, in particolare il celebre Sulla strada.
Le avventure descritte da Kerouac non sono certo delle banali vacanze, ma irripetibili occasioni di crescita personale: alla fine del viaggio ognuno dei protagonisti delle sue storie non è più lo stesso di quando era partito e i chilometri si accumulano soprattutto nel proprio mondo interiore. Crescere significa conoscere, sembra gridare Jack da ogni pagina dei suoi libri, e per farlo non si può che buttarsi nel mondo senza esitare, in particolare in quei posti dove non siamo ancora stati, lì dove ci aspetta qualcuno che potrebbe cambiarci per sempre la vita.
La città e la metropoli
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