La città perfetta di Gaetano Savatteri

Non conoscevo Gaetano Savatteri nemmeno per nome, eppure mi ha subito conquistata per la sua finezza psicologica. Il racconto La città perfetta parte da una considerazione sulla bellezza di una città che in realtà ha una sua dimensione fantastica ma anche oggettiva. Siamo in Sicilia, Saverio Lamanna partecipa a un convegno a Gibellina, città devastata dal terremoto del Belice. Subito incontra personaggi che hanno subito abusi legislativi: gli abitanti del paese sono stati incoraggiati ad andarsene per fare posto a palazzine prive di norme di sicurezza e giardini.

Lamanna sente l’ostilità verso di lui e verso la sua compagna architetto salire alle stelle, fino a che durante la visita a un museo viene rubato un arazzo assai pregiato e subito Lamanna si mette a indagare coadiuvato da due acuti carabinieri (per una volta brillano di intelligenza...).
La città perfetta è un bel racconto che parte lentamente, ma quando il lettore si stanca arriva il colpo di scena che stravolge la situazione e fa trapelare tutta la verità.
Personalmente ho trovato molta passione nel descrivere il paesaggio di un paese cancellato dal terremoto e le notti siciliane.
L’inseguimento fuori dal paese è veramente eccezionale per la velocità dello stile e i dialoghi dei personaggi principali, ma soprattutto rimane in mente al lettore la città morta e la sua sofferenza che pare riflettersi nei giovani molto infelici e nello stesso tempo incapaci di andarsene dal loro mondo. Un giallo che ha anche un valore sociologico. Bello.