La classe dei misteri
- Autore: Joanne Harris
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Casa editrice: Garzanti
- Anno di pubblicazione: 2016
Quando il nuovo rettore arriva al St. Oswald, l’antico istituto scuola è ancora scosso dalle vicende dell’anno precedente. Quali siano state, si incomincia ad apprendere all’avvio de “La classe dei misteri” (Garzanti, traduzione di Laura Grandi, novembre 2016, pp. 478, euro 18,60), il nuovo romanzo di Joanne Harris, autrice legata per tutti al mitico “Chocolat”, pubblicato da Garzanti nel 1999. Da allora, la scrittrice inglese di madre francese ha macinato pagine su pagine, scalando classifiche di vendita e conquistando lettori in tutto il mondo.
Il vecchio professor Straitley, sessantasei anni, trentacinque di insegnamento e centodue trimestri scolastici in carriera, riassume “i terribili fatti dell’anno passato”: l’omicidio di un alunno, l’accoltellamento di un docente e lo scandalo che ha diviso la sala professori, noti a chi abbia letto il titolo precedente, “La scuola dei desideri” (Garzanti, 2006).
Il St. Oswald è il tipico, grigio, austero istituto maschile nel nord dell’Inghilterra. Un edificio con una lunga spina dorsale corrispondente al corridoio di mezzo. È sormontato da una torretta aguzza, una torre campanaria che non ha mai visto una campana, solo piccioni e topi. Ed è impreziosito da elementi di architettura italiana: una serie di finestre a bifora e una cappella con tanto di rosone. St. Oswald Grammar School for boys, la dizione completa, ha cinquecento anni di storia, ma il nuovo millennio sta facendo irruzione anche in questa istituzione, pur legata alle sue regole ferree: chiamare tutti per cognome, non correre nei corridoi e non lasciare mai la camicia fuori dai pantaloni.
Un antico contenitore, per nuovi contenuti: vanno in soffitta lettere classiche e latino, le materie di Roy Straitley: lingue moderne e informatica stanno sostituendo gli insegnamenti tradizionali. Ma il "nuovo" che avanza non è il solo a imporre cambiamenti, a questo concorrono anche gli episodi dell’anno scolastico trascorso. Ora c’è un altro rettore. Quello che Straitley ha appreso sul conto del nuovo "capitano della nave" (il precedente ha mollato, per disabitudine al comando e feeling pari a zero con "l’equipaggio") è che si tratta di un super-rettore, specializzato in pubbliche relazioni e capace, a quanto si dice. Il nome è Harrington, lo stesso di un ex allievo del St. Oswald, un ragazzo che il professore detestava intensamente. Si sa poco altro, ch’è giovane, di bell’aspetto, ben vestito, una specie di guru, avendo già salvato due scuole in fallimento, cavaliere dell’impero britannico e membro di un’organizzazione benefica che si occupa di violenze sui minori.
Se davvero è un ex allievo del collegio, Straitley è certo di riconoscerlo, un insegnante non dimentica mai una faccia. In realtà si aspetta un perfetto sconosciuto, un estraneo, un alieno, chiunque insomma, tranne quel ex allievo: Johnny Harrington della Terza S, tornato dopo vent’anni per infliggere nuove sofferenze. Nell’incontrarlo, il cuore del professore è andato a picco come una fregata condannata (l’anziano docente ama usare termini marinareschi). Il super-rettore del St. Oswald, con pieni poteri, è la sua bestia nera, la sua nemesi, l’alunno che gli è quasi costato il lavoro e alla Scuola è costato ben di più. Terribile!
La narrazione continua a rimbalzo tra il 2005, proposto in prima persona da Roy Straitley e il 1981, raccontato da uno studente di allora in un diario e nelle lettere a un amico immaginario. Quello che 24 anni prima era un neo alunno del prestigioso istituto maschile, si rivela un ragazzo sinistro, più maturo della sua giovane età ma in un modo pericoloso. Allude alla sua “Condizione”. “La mia Condizione” la chiama:
“determina gli amici che mi faccio, i giochi a cui mi dedico, perfino la scuola che frequento. Ecco perché mio padre ha scelto St Oswald, una scuola religiosa, con un Rigoroso Codice Morale, quello che mi serve, a quanto pare”.
St Oswald è un “Nuovo Inizio”, molto lontano da Netherton Green, la sua vecchia scuola. Un nuovo inizio, niente guai, niente birichinate, né bazzicare con “Gente” “Sbagliata”. Niente oggetti affilati. Niente giochi violenti. E seguire sempre tutte le regole.
È un giovane al quale piace infrangere le regole, ma lo trova divertente solo se si riesce a farla franca. Significa non dirlo a nessuno, nemmeno al migliore amico, ammesso di averne uno e lui non ne ha, “non più, in ogni caso”. Forse è per questo che racconta per lettera i suoi segreti.
“Gli amici immaginari, come quelli morti, non parlano”, scrive, “non spiattellano niente”.
Gli piacerebbe trovare qualcuno con i suoi stessi interessi, qualcuno che ami infrangere le regole, qualcuno con cui condividere
“la roba divertente, come a Netherton Green. La roba divertente. Come l’omicidio”.
In qualche modo è un thriller, senza poliziotti ma con violenze e abusi. È “giallo” anche un passato che non si può dimenticare e che resta attaccato alla pelle.
A tutti piace il nuovo rettore, tranne al prof. Straitley… ma se si riuscisse a poggiare le mani sulle vecchie pareti del cinquecentenario St. Oswald si avvertirebbe un tremore. Prevedono gli eventi a venire.
La classe dei misteri
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Piacevolissimo seguito di "la scuola dei desideri" è un gioiello di intrecci. Geniale la trovata delle lettere rivolte ad un amico.