La collezione. Un bibliofolle racconta i più bei libri italiani del Novecento
- Autore: Giampiero Mughini
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Casa editrice: Einaudi
- Anno di pubblicazione: 2009
La collezione è un libro interessante e imperdibile per chi come me ama il mondo dei libri e le sue rarità. Un bellissimo volume nel quale il nostro autore narra dell’ossessione, eccitante e morbosa, nell’amare e nel possedere i libri. Giampiero Mughini, noto bibliofilo, ci fa entrare nella grande biblioteca della sua casa e ci descrive la sua passione di collezionista, una dipendenza che a volte diviene un po’ folle, come l’irrefrenabile desiderio di possedere a tutti i costi rare prime edizioni. Narra le peripezie alla ricerca di un testo, spesso attendendo anni nel trovarlo e l’emozione nel trarne la storia che racchiude.
È la bibliofollia che nasce dalla bibliofilia, un semplice gioco di parole che custodisce una grande suggestione. La collezione narra la storia del Novecento e dei suoi scrittori attraverso i libri, la fotografia, gli editori più raffinati, arricchita da aneddoti e racconti che rendono questo saggio, dall’apparente stile diaristico ricco di note e riflessioni, un volume prezioso che vorresti non terminasse mai.
Una storia letteraria per certi aspetti anche marginale, scrive Mughini, perché si sofferma su alcuni autori non del tutto noti ma che sono stati fondamentali nel nostro panorama letterario. Ogni libro ha in sé una storia, dalle notti insonni dell’autore, alla trama, ai soldi chiesti in prestito per poterlo pubblicare. Mughini non manca, inoltre, di descrivere le librerie antiquarie, fondamentali per chi voglia ricercare libri antichi e rari, come la libreria Prampolini sita nel centro settecentesco di Catania, a cento metri dalla casa natale di Vincenzo Bellini, a trecento metri dalla casa di Verga e frequentata da Ercole Patti e Vitaliano Brancati. Sono tanti gli scrittori ritratti, dai futuristi Marinetti, Soffici a Prezzolini, da Silone a Primo Levi, da Gadda a Moravia, da Manganelli fino al venerato La Capria. Al poeta Dino Campana, Mughini dedica molte pagine e la storia narrata vale la pena ricordarla. La casa Campana a Marradi, tra l’altro paese natale del padre dell’autore, tra boschi di castagno, era una tipica casa borghese fatta di pietre aspre. Nell’inverno del 1944-45 venne scelta come alloggio dagli ufficiali inglesi mentre i tedeschi erano barricati dietro la linea Gotica. Al piano superiore, dove Campana amava appartarsi a scrivere, erano chiuse in apposite scatole di cartone centinaia di copie della prima edizione dei Canti Orfici, perché il poeta ormai recluso in manicomio, aveva fatto richiesta al fratello di recuperare e di custodire tutte le copie stampate nella piccola tipografia del loro paese. Gli inglesi, per far fronte al freddo di quell’inverno, non trovarono niente di meglio per avere un po’ di calore! Fu così che l’opera di uno dei più grandi poeti italiani andò al rogo insieme al suo patrimonio letterario: appunti, note, lettere e le poesie inedite, tutto ridotto in cenere.
Mughini, in questo volume, racconta il nostro Novecento e non solo quello letterario. Lo considera difatti il secolo della contaminazione delle arti e tra le tanti discipline che nacquero e fiorirono ricorda in particolare l’ingegno di Giò Ponti e le innovazioni di Bruno Munari.
"Il Novecento è il secolo che nell’arte e nella cultura inventa nuovi linguaggi e nuovi spazi della comunicazione. Non c’è più soltanto la letteratura, la filosofia, la saggistica storico- politica, il teatro, la musica lirica o sinfonica. È il secolo, dove nascono il cinema, la fotografia, il design, il giornale a rotocalco, il fumetto, la pop music, la moda che erutta dal basso a cambiare il volto delle strade delle città moderne, la pubblicità e la sua molecolare invasività dei nostri occhi e delle nostre anime. Chi separasse l’alta cultura (letteraria, filosofica, artistica) da tutto questo sarebbe un idiota".
Non dimentica, infine, di ricordare con ammirazione i grandi e i piccoli editori, dall’antenato ideale della casa editrice Einaudi Piero Gobetti a Leo Longanesi diviso fra il fare i libri e l’inventare riviste, insieme allo straordinario Vanni Scheiwiller che scelse una via difficile, la propria. L’importante, scrive Mughini, non è collezionare libri, l’importante è leggere i libri; a letto, in treno, al bagno, sulla metropolitana, quando sta per bollire l’acqua della pasta. Leggere i libri, anche quelli che non sono degni di essere riposti in una bacheca di una collezione, ma importanti perché ci ricordano l’emozione provata nell’acquistarli, nel prenderli in mano, nel percorrerli e nel leggerli talvolta a voce alta.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La collezione. Un bibliofolle racconta i più bei libri italiani del Novecento
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