La concubina russa
- Autore: Kate Furnivall
- Genere: Romanzi d’amore
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Leggereditore
- Anno di pubblicazione: 2011
"Concubina" è un termine che, col tempo, ha acquisito il semplice significato di "amante", ma, nella mente di molti di noi, rimane comunque legato alla realtà dell’Estremo Oriente. Vederlo, quindi, associato alla nazionalità russa può generare una certa confusione... o intrigare, così come la calda, evanescente immagine di copertina, nella quale una giovane ragazza, dalle spalle allo stesso tempo innocentemente e provocantemente nude, sembra sorgere da un paesaggio inanellato di pagode, nell’aria rarefatta di una soffocante giornata estiva, o che, piuttosto, sia resa tale dalla passione.
Un ennesimo romanzo di amore e sensualità, quindi? Solo in parte. In realtà in questo libro, dalla trama appassionante e complicata e dai molti, ben delineati personaggi, una storia d’amore giovane, pregna di innocente fisicità, ci introduce in un mondo affascinante, non solo per l’ambientazione esotica della vicenda ma anche per il momento storico nel quale la stessa si inserisce.
Sfondo del racconto, ideale ponte fra la realtà russa e quella cinese, è la lotta comunista, lotta alla repressione dei regimi oppressori del popolo, intesa nel suo senso migliore prima di essere essa stessa strumentalizzata e iniziare a nutrirsi del culto della personalità per diventare, col tempo, dittatura ancora peggiore di quella che aveva contribuito ad eliminare. Ci troviamo in Cina negli anni Venti, e la giovanissima Lydia, una rifugiata russa, vive in condizioni di povertà insieme alla madre Valentina, pianista di talento maledetta dalla propria stessa bellezza e dalla passione per vodka e sigarette. Lydia frequenta la migliore scuola della città, ma il bisogno e l’amore per la madre la portano a rubare per potersi procurare il cibo. Durante una sua sventata incursione nella parte più malfamata della città, si trova a un grave rischio, e la sua vita potrebbe finire o prendere tutt’altra direzione se non fosse per il giovane Chang An Lo, che la salva dai suoi aggressori. Fra i due scatta immediatamente il fuoco della passione, anche se Lydia non riesce a rendersene subito conto. Non sa ancora che Chang An Lo è un comunista, un rivoluzionario, un pericolo per lei e per tutti quelli che la circondano: sua madre, il suo nuovo compagno, il giovane e idealista direttore della scuola che però lascerà che i propri ideali vengano corrotti giorno dopo giorno, la sua amante cinese, una folla di personaggi che turbinano intorno a Lydia e le cui vite s’intrecciano in un groviglio sempre più stretto, fino a formare un nodo impossibile da sciogliere, un nodo mortale.
Malgrado le sue 650 pagine, questo romanzo, edito da Leggereditore nel 2011, scorre con una velocità impressionante e cattura fin dal primo momento. Non c’è un passaggio lento né un momento in cui la tensione venga meno, malgrado le delicate descrizioni e gli interessanti accenni alla mentalità e alla cultura cinese, rapportate a quelle russe, che arricchiscono la lettura. Sebbene sia tutto sommato un romanzo che si potrebbe definire "rosa", la scrittrice non commette l’errore di insistere più di tanto su sesso e passione: per un vero e proprio incontro dei due amanti bisogna attendere più della metà del libro e seguire un gioco sottile di avvicinamenti e respingimenti, alimentato dalla giovane età della protagonista. Non mancano i colpi di scena finali. Un unico appunto: a volte i tempi dei verbi non sono corretti. Si usa troppo passato remoto in luogo dell’imperfetto. Per il resto, un bel libro.
La concubina russa
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