La confessione
- Autore: Margherita Nani
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2020
La ventenne scrittrice Margherita Nani, alla sua seconda prova narrativa, pubblica con Brioschi un romanzo durissimo, drammatico, che si stenta a immaginare concepito da una giovane donna, tanto è il dolore e la sofferenza intima che emerge dalle pagine del libro. La storia de La confessione inizia con una confessione a don Giuseppe, un sacerdote milanese a cui si rivolge la voce narrante, Dalila, che vuole finalmente liberarsi da un peso che ne ha per sempre modificato la personalità e la stessa esistenza. All’età di quattordici anni la sua vita ha preso una direzione drammatica, quando, nello studio privato di don Franco, maestro di musica in una chiesa nella parte sud di Roma, aveva subito una violenza sessuale, completamene plagiata dal sacerdote con cui intratteneva una rapporto di amore e soggezione, di ammirazione e di paura, nella lunga frequentazione in parrocchia.
La narratrice maneggia la materia scabrosa e incandescente con notevole padronanza. Dalila racconta tutto di sé, della sua infanzia solitaria, dopo la precoce morte del padre stroncato da un incidente d’auto. La madre aveva cresciuto da sola la bambina, lavorando come domestica, incoraggiando la piccola alla frequentazione della parrocchia. Un coro organizzato dalla materna suor Angela, con la supervisione del sacerdote musicista dagli occhi di ghiaccio, don Franco Asti, aveva messo la adolescente Dalila su di un podio: scelta per un assolo data la sua voce d’angelo, incoraggiata dal sacerdote così apparentemente attratto dalla sua persona pura e ingenua, la ragazza finisce per essere attratta da questa figura nella quale identifica il padre mai conosciuto, e l’uomo problematico che si cela sotto l’apparenza rassicurante dell’abito talare e del collarino ecclesiastico. Per oltre quattro anni, dalle medie a tutto il liceo, Dalila vive un amore malato, pericoloso, sudicio ma appagante con l’uomo che ha tre volte la sua età: episodi che vedono il prete maturo e dalla personalità fragile ma allo stesso tempo arrogante e impositiva che gioca con la giovinezza inesperta, la debolezza affettiva, la solitudine esistenziale di una ragazzina acerba, introversa, spaventata, che ama e odia, è attratta e respinta, fa l’amore e ne teme la presenza invadente, è ferita ma anche gratificata dall’unico vero rapporto che è in grado di gestire.
Le amiche, la madre, gli altri ecclesiastici, sono solo comparse mute e ininfluenti nella mente di Dalila, per la quale don Franco è il bene e il male assoluto, il godimento e l’inferno, il premio e il peccato, il desiderio e la gelosia: tutte le sfaccettature dell’amore si alternano nella mente ancora non del tutto sviluppata di Dalila, che ha subito un vero e proprio stupro che nasconde dietro il paravento dell’amore.
Nelle ultime pagine di questo romanzo davvero angoscioso ho riconosciuto la capacità della giovane autrice di riconoscere le incertezze, le contraddizioni le incongurenze dell’adolescenza: la privazione dei genitori è il tema di fondo del libro, intorno a cui tutta la vicenda ruota. Mi sono chiesta, leggendo il libro, da dove nasca l’ispirazione che ha condotto l’autrice ad addentrarsi in un labirinto così doloroso. Purtroppo la pedofilia nella chiesa cattolica è una piaga aperta, e forse questa storia riuscirà a mettere in guardia dai pericoli di un ambiente troppo chiuso, troppo autoreferenziale, in cui insospettabili uomini fragili e feriti possono fare un male irreparabile, irrisarcibile. La personalità di don Franco, così ben raccontata nel libro, è la vera spia che può dimostrare la pericolosità di ambienti dove i giovani ignari, accolti in comunità sicure, possono essere messi in condizione di non saper scegliere, di non riuscire a sottrarsi ad adulti malati e sofferenti, mentre familiari distratti e inconsapevoli non sanno riconoscerne i pericoli.
La confessione
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