La coppia perfetta di B. A. Paris

Si può dire poco o niente dei romanzi come “La coppia perfetta”, esordio narrativo di B. A. Paris, in uscita per Nord il prossimo 1 settembre.
Si può solo consigliare di leggerlo perché, una volta cominciato, non si smette più e in qualche ora, al massimo un giorno, si arriva alla fine.

Certo, all’inizio potrà sembrare quantomeno improbabile che nell’era della comunicazione globale, dei social, delle telecamere che ci spiano praticamente ovunque e in ogni momento, un marito possa sottomettere la moglie e renderla succube al punto tale da trasformarla in una reclusa nella propria abitazione, senza che nessuno dei parenti, degli amici, dei conoscenti o dei colleghi sospetti nulla, mantenendo invece l’apparenza di una vita di “coppia perfetta”.
Eppure, B. A. Paris – nata e cresciuta in Inghilterra, si è trasferita in Francia dove ora si dedica all’insegnamento e alla narrativa – ha saputo costruire una trama dove ogni dettaglio serve a ricostruire, prima, la genesi del rapporto fra i due protagonisti, poi, la sua degenerazione e, infine, l’epilogo di cui, a maggior ragione, non è possibile svelare alcun particolare.
È infatti una discesa lenta, ma ineluttabile, nell’inferno di una vita matrimoniale senza alcuno scampo quella che Grace Harrington ci racconta in prima persona, alternando capitoli dedicati al “passato” e al “presente”, avvenuta dopo aver conosciuto e sposato Jack Angel, affascinante avvocato di successo che non ha mai perso una causa in casi di donne maltrattate.
A quarant’anni suonati, Jack cominciava a credere di non riuscire a trovare la donna giusta per lui ma, appena incontrata Grace, in compagnia della sorella Millie, a Regent’s Park, era stato un colpo di fulmine. Il fatto che Millie abbia la sindrome di Down e Grace sia sola nel prendersi cura di lei, visto che i genitori sono partiti per la Nuova Zelanda, non solo non ha scoraggiato Jack, ma gli ha fatto capire di aver trovato proprio la donna che cercava.

Ora, dopo un anno di matrimonio, Grace si trova nel più totale isolamento: ha lasciato il lavoro, non ha un cellulare o un indirizzo di posta elettronica, risponde raramente al telefono di casa e non esce mai senza che il marito controlli ogni suo movimento. In compenso, la coppia organizza cene perfette con ospiti che, con un pizzico di invidia, apprezzano il cibo, la grande ed elegante abitazione in cui vivono, i viaggi in luoghi esotici e, in generale, l’intesa che li lega e che li rende inseparabili.
Si tratta, in realtà, di una situazione agghiacciante ed apparentemente senza alcuna via d’uscita: sarà proprio la necessità, anzi, l’urgenza di scoprire se esiste un modo per sfuggire a un inferno camuffato da paradiso, a un persecutore nei panni del custode premuroso, che terrà i lettori incollati alle pagine di questo romanzo dalla scrittura fluida e dal ritmo incessante, dove, dopo diversi colpi di scena e un’acuta analisi delle dinamiche relazionali fra vittima e carnefice, si arriverà al finale che non potremmo definire in altro modo se non “liberatorio”.