La cripta di Venezia
- Autore: Matteo Strukul
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Newton Compton
- Anno di pubblicazione: 2024
Ecco in libreria il terzo volume della trilogia che Matteo Strukul dedica al pittore Antonio Canal, detto “il Canaletto”, che nella Venezia del ‘700 si improvvisa investigatore per conto del Doge, andando incontro ad avventure mirabolanti a causa di delitti feroci e ammantati di cupi misteri che si susseguono nella Serenissima.
Dopo Il cimitero di Venezia e Il ponte dei delitti di Venezia, Strukul ci ripropone i personaggi che abbiamo imparato a conoscere ne La cripta di Venezia (Newton Compton, 2024).
Siamo ormai nel 1732, sono passati alcuni anni dai tragici eventi che avevano coinvolto Antonio Canal, l’impresario teatrale inglese amico di Antonio, Owen McSwiney, il collezionista d’arte Joseph Smith, anch’egli inglese, e il medico ebreo Isaac Liebermann, che collabora volentieri con i tre amici alla scoperta delle atrocità che si consumano in città.
In questo caso, mentre muore il vecchio doge Mocenigo, esponente di una delle famiglie dogali più influenti, vengono scoperti un serie di macabri delitti che hanno luogo sempre in luoghi ipogei: dapprima la suora Polissena, anche lei una Mocenigo, trovata inginocchiata e legata con un mattone in bocca, che le ha slogato la mascella e infine l’ha strozzata; dopo di lei un altro Mocenigo, anziano fratello del doge, anch’egli vittima della stessa atroce morte con un mattone conficcato in gola, anche lui trovato nella cripta di San Simeon Piccolo.
Cosa sia questo rituale che si accanisce contro la grande famiglia veneziana è oggetto dell’indagine che Antonio Canal e i suoi amici tentano di svolgere. Ma c’è una potente baronessa, Orsolya Esterhazy, sorellastra del feroce e potente Olaf Teufel, autore dei delitti commessi anni prima, ora sembra scomparso, che diventa protagonista della nuova avventura raccontata da Strukul.
La baronessa Orsolya si è fatta amica del nuovo doge, Carlo Ruzzini, ormai vecchio, di cui favorisce l’elezione, a cui promette le sue grazie, per portare a termine la sua sanguinosa e violenta vendetta: secoli prima, a fine Cinquecento, durante una spaventosa peste, la famiglia Mocenigo si era spesa per perseguitare e distruggere gli antenati della famiglia Esterhazy.
La ricostruzione storica di Strukul è impeccabile. Tutti i fatti narrati vengono documentati in una ricca bibliografia che segue il romanzo, nel quale compaiono personaggi storici realmente vissuti: dalla pittrice Rosalba Carriera, alla meno nota Giulia Lama, che qui ha una parte notevole vicino a Canaletto, che tenta di dimenticare la sua amata Charlotte, rifugiatasi in Polonia dopo le disavventure narrate nel precedente romanzo.
Un romanzo storico ricco di suspense, di colpi di scena, di eventi avvenuti nell’Europa dell’Est, in Transilvania, poco noti da noi ma fedelmente riportati dall’autore, episodi di vampirismo, di risorgenza, di riti spaventosi, come quelli dei “Masticatori”, malati di peste che, una volta sepolti, mangiavano masticando il loro sudario fino a risorgere per diffondere il morbo.
Il libro non ci risparmia episodi raccapriccianti, eppure ci coinvolge per la ricostruzione della vita veneziana agli inizi del Settecento: nel capitolo 27, dal titolo “Opera e tragedia”, viene ricostruita fedelmente una serata a Teatro, dove si mette in scena un’opera di Metastasio, autore dei versi, accolta da lunghi applausi dal bel mondo, ignaro dei delitti perversi che si stanno consumando, attratto dal bel canto e dalla cioccolata calda che viene servita.
Non manca l’Inquisitore, feroce, non mancano le biblioteche dove si conservano testi antichi e preziosi, né viaggi allo studio di Padova, in Serbia, in Polonia, a Londra. Grande e accurata ricostruzione di un’epoca, da parte di Strukul che si muove con competenza storica e abilità nel costruire trame verosimili.
I ringraziamenti che l’autore rivolge alla fine del libro sono talmente numerosi che ci si stupisce di quanti abbiano collaborato a consigliare l’autore, che si mostra grato a tutti, anche ai lettori, tra i quali mi annovero.
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