La distanza fra noi
- Autore: Maggie O’Farrell
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2015
Jake “si sveglia le gambe e le braccia allargate sul letto come una stella marina, la mente in subbuglio”. Il suo appartamento di Hong Kong è immerso in una luce nerastra e i lampi delle insegne luminose “sforbiciano in soffitto”. Sono le dieci e dieci p. m. Jake, capelli scuri e occhi azzurri “come gli abissi marini”, è in ritardo, gira per casa come un pazzo raccattando portafoglio, chiavi, giacca, infilandosi le scarpe lasciate in un mucchio accanto alla porta e poi entra nell’ascensore.
Nell’androne c’è il portiere seduto su uno sgabello accanto all’entrata, sopra di lui pendono gli addobbi rossi e oro del Capodanno cinese: il Bue sta per lasciare posto alla Tigre. Jake, un passaporto e una madre britannici, e, chissà dove, un padre pure britannico, all’improvviso intuisce di essere in pericolo. Lì, tra la folla di Hong Kong, “una sorta di canale scolmatore dell’Europa”, metropoli piena di gente che ha lasciato casa e famiglia per un motivo che in genere resta nascosto, perché chi ha sensazione che alla propria esistenza manchi qualcosa spera che questa sensazione resti al di là dell’Oceano.
“Se si va abbastanza lontano forse si può evitare di fare i conti con se stessi”.
È la stessa cosa che in questo istante sta provando Stella Gilmore, la quale in questo freddo febbraio “ha mollato un ottimo lavoro a Londra” per rifugiarsi in un albergo in un remoto angolo della Scozia dopo Kincraig, nelle Highlands. Qui la giovane lavora come cameriera cercando di dimenticare quell’uomo “alto, massiccio, con un giubbotto verde” dalla pelle gonfia di un bianco rosato e dalla zazzera folta e rossa che ha casualmente incontrato sul Waterloo Bridge a Londra. Stella ricorda di essersi aggrappata alla ringhiera del ponte per non cadere, sentendo il cuore battere forte.
“È come se il tempo si fosse ripiegato su se stesso, come se gli anni si fossero ingoiati da soli”.
Stella e Jake sono destinati a incontrarsi in una sala da tè di un anonimo villaggio scozzese, complice la parola “Kildoune” che oltre a essere il secondo nome di Jake è anche quello dell’albergo nel quale sta lavorando Stella.
“Ciao di nuovo, le dice lui con un sorriso”.
La distanza fra noi (titolo originale The Distance between Us, traduzione di Stefania De Franco) ha ottenuto nel 2005 il Somerset Maugham Award, prestigioso riconoscimento letterario britannico. Maggie O’Farrell, nata in Irlanda del Nord nel 1972 e autrice di sette romanzi, tra i quali Istruzioni per un’ondata di caldo, tratteggia con eleganza le diverse personalità di due individui le cui rispettive vite si trovano di fronte a un bivio. La distanza fra Stella e Jake non è poi così incolmabile, entrambi si sentono due naufraghi che hanno sempre navigato in due universi paralleli, cresciuti con la convinzione che “il mondo avesse un doppio significato”.
Stella è “scozzese-italiana” (“parole che tra loro non vanno d’accordo perché le sibilanti dure della prima respingono le vocali più morbide della seconda”), sua madre Francesca è figlia di immigrati, quindi Stella è sempre stata consapevole di avere qualcosa di strano, l’aspetto, la carnagione più scura, il modo di parlare o di comportarsi.
Jake è sempre stato stupito da quanto sua madre Caroline fosse stata giovane quando aveva lasciato la Gran Bretagna per approdare in Pakistan, a Islamabad, dove aveva conosciuto un motociclista dall’accento scozzese, Tom, del quale non sapeva neanche il cognome, perché “allora queste cose non si chiedevano”. Tom aveva raccontato a Caroline di aver fondato una comune nelle Highlands, a Kildoune. Dopo aver trascorso tre settimane insieme, le loro strade si erano separate a Delhi. Due giorni dopo aver salutato l’affascinante motociclista, Caroline aveva scoperto di essere incinta. Dopo essere finita a Hong Kong, Caroline diede a suo figlio il nome Jake Kildoune, aggiungendo a Jake quello di un luogo che “l’avrebbe legato al mondo e non alle persone”. Jake era cresciuto così in un mondo che aveva due nomi, uno inglese e uno cantonese.
Ancora una volta l’autrice, che possiede un vero talento per scovare i segreti dell’animo umano, si rivela un’acuta indagatrice del cuore, perché è “quello che teniamo nascosto che spiega chi siamo davvero”. Parola di Maggie O’Farrell.
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