La donna nella pioggia di Marina Visentin

“L‘acqua era più fredda del solito, quel giorno, forse era l’effetto della pioggia che si rovesciava a torrente contro i finestroni della piscina. Giorni e giorni di pioggia scrosciante”

Ecco l’incipit de “La donna nella pioggia”, il bel romanzo di Marina Visentin che racconta una Milano alto borghese battuta dalla pioggia, mentre la protagonista, una illustratrice di libri per bambini, Stella Romano, voce narrante della storia, sta uscendo dalla piscina dove ha appena accompagnato le figlie.

Un incidente banale, una caduta rovinosa, è il primo di piccoli sinistri episodi che stanno cambiando la vita un po’ scontata della donna, una quasi quarantenne apparentemente realizzata. Ha un marito facoltoso, Mattia, che le assicura una vita agiata, due bambine, Alice e Sofia, a cui è legatissima, una cameriera ucraina, Nina, che le assicura la tranquillità domestica, un lavoro gratificante, che svolge illustrando i libri di un’autrice di grande successo, Rossana, anche se è costretta a subirne la prepotenza e il senso di superiorità. In realtà, dietro questo quadro quasi idilliaco, si nasconde qualcosa di non detto, di misterioso, che ha a che fare con il passato di Stella.
Sua madre è morta in un incendio quando lei era piccolissima, di suo padre non si hanno mai avute notizie certe, lei è stata allevata dal compagno di sua madre, Gabriele Romano, un vero padre per lei, un nonno affettuoso delle piccole Alice e Sofia. Le continue assenze del marito, tutto preso da riunioni di lavoro anche impreviste, altri piccoli segnali impercettibili, la caduta rovinosa di un quadro, una festa di compleanno sguaiata e rumorosa, spingono Stella sempre più verso un’ansia che le procura insonnia, senso di sbandamento, pericolose assenze della coscienza. Sta forse diventando pazza? Qualche ansiolitico, l’allontanamento delle figlie in vacanza sul lago con la famiglia di Mattia, non fanno che acuire il disagio di Stella, che si sente minacciata, fino a scoprire una relazione illecita di suo marito…
Poi succede molto altro nella sua vita, la ricerca, che diventa un’ossessione, delle sue origini, del suo passato, della identità del suo vero padre, di una storia di famiglia della quale ignora tutto, essendosi accomodata nel conformismo di una tranquilla esistenza borghese, protetta e in fondo ipocrita.

Stella si dimostrerà molto coraggiosa, pronta a rinunciare a quella che credeva felicità, per affrontare verità durissime e non certo rassicuranti. La storia italiana degli anni di piombo, con la sua carica di morti violente ed ingiuste, il terrorismo nero la collusione con le forze dell’ordine, delitti misteriosi rimasti impuniti, fughe all’estero di terroristi mai davvero perseguiti, contaminazioni con la dittatura argentina di Videla da parte di nostri espatriati capaci di ricostruire vite solo apparentemente oneste e legalitarie.

Marina Visentin riesce a comporre una narrazione che partendo da una singola vita, quella di Stella, abbraccia invece molti pezzi della nostra attuale società del benessere: la Milano dell’editoria di qualità, dei grandi imprenditori, della vita piena di agi di molta borghesia cittadina, va ad incontrare pagine di un passato che sembra lontanissimo ma che, invece, si rivela pieno di echi di rimozione e di morte. Il finale de “La donna nella pioggia” si svolge ai confini del mondo, in quella terra del fuoco che è scenario di libri famosi e di vite spericolate: in una piccola libreria,

“come se la libreria fosse... non so… un paravento per…
qualcos’altro”

, si avrà la rivelazione finale del mistero che ha circondato la vita di Stella e che finalmente sarà chiarito, anche se in modo imprevisto e violento. Un romanzo intrigante, che si legge con curiosità quasi ansiosa, quella che il lettore sembra condividere con la protagonista, personaggio molto contemporaneo, pieno di contraddizioni ben delineate, di caratteristiche sociologiche molto riconoscibili, di un coraggio inatteso che mostra come le donne siano capaci anche di gesti forti, disposte a giocarsi tutte le sicurezze quando la posta è la propria identità, il proprio passato, le radici più profonde.