La fattoria degli animali
- Autore: George Orwell
- Genere: Classici
Durante una notte, nella campagna inglese gli animali della fattoria del signor Jones si riuniscono. Il Maggiore, un maiale saggio e pieno di esperienza, tiene una riunione con gli animali della fattoria, descrivendo il suo sogno di una fattoria libera dal giogo dell’uomo, l’unico animale che consuma senza riguardo e domina sugli altri.
Inizia così la ribellione...
“La fattoria degli animali”, scritto da George Orwell in maniera ironica e fluida, è un’allegoria del socialismo e della sua iperbole stalinista che lo porta alla realizzazione di una grande e amara disillusione.
Il maggiore rappresenta i padri fondatori del comunismo Marx e Lenin; Palla di neve è Trotskij, il rivoluzionario genuino che dà il primo impulso alla rivoluzione, ossia alla prima fase innovativa, mirata alla reale risoluzione delle ingiustizie e dei soprusi; Stalin è rappresentato da Napoleon, un maiale opportunista ed ipocrita, che caccia Palla di Neve e mette in moto nei suoi confronti una campagna spietata di diffamazione e calunnia, trasformandolo nel capro espiatorio dei problemi della fattoria; Gondrano, il cavallo più forte e possente della fattoria, è il lavoratore modello, colui che porta avanti l’economia degli stati, per poi venir dimenticato quando sfinito e vecchio; Benjamin, l’asino della fattoria, rappresenta l’intellettuale dissidente, cinico e disilluso, ma critico e in grado di non lasciarsi andare in illusori entusiasmi verso le false rivoluzioni; vi sono i gatti, furbi ed egoisti, intenti a sfruttar gli ideali per adescare gli uccelli, dicendo loro che dovrebbero stare uniti e vicini; vi sono infine le pecore, la massa suggestionabile ignorante.
Molto interessante è come venga descritta l’iperbole di quella che era partita come una rivoluzione e alla fine riporta una situazione di oppressione delle masse. I maiali sono in grado di cambiare a piacimento le leggi dato che, oltre a essere gli unici in grado di leggere e fare da tramite con gli altri animali, possono anche fare affidamento sulla memoria corta degli altri, le pecore in particolare, che non ricordano quello che c’era scritto all’inizio.
In questo modo, i primi sette comandamenti stilati con la rivoluzione verranno man mano cambiati, andando sempre più a favore dei maiali, fino a quando non si leggerà solo un unico comandamento:
"Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri".
E con questo si ritornerà alla situazione iniziale, secondo cui vi è un solo tipo di animale che comanda, ovvero chi - come gli uomini prima – sa leggere ed è più intelligente.
“La fattoria degli animali” di George Orwell è la trasposizione letteraria di una disillusione storica e di un tradimento percepito in primis dall’autore stesso, che vive il sogno socialista infrangersi di fronte agli opportunismi e alle machiavelliche strategie di chi guida le rivoluzioni a favore degli oppressi con lo scopo di diventarne effettivamente l’oppressore.
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Lo sto leggendo a scuola con i miei ragazzi....sono entusiasti!
l’ho letto a scuola cn il professore di lettere ... e mi è piaciuto molto ... lo consiglio a tutti i lettori !!
Lo si può interpretare in tanti modi, abbinare periodi storici e personaggi celebri e intendere ogni cosa come una metafora. Io, più semplicemente, leggo e tento di comprendere il senso generale dell’opera.
Di: inquietudinedikobal
“Quattro gambe buono, due gambe cattivo!”
Cosa succederebbe se gli animali prendessero il nostro posto e cominciassero a comandare? Se un gruppo di maiali, cavalli, vacche e pecore si ribellasse ai nostri ordini e divenisse a tutti gli effetti “incontrollabile”? Se addirittura, poi, quegli stessi animali cacciassero l’uomo con la violenza per mandare avanti da soli una fattoria?
È quello che avviene ne “La Fattoria degli Animali”, di George Orwell, dove un cospicuo gruppo di animali da allevamento, stanco di stare agli ordini del signor Jones, un uomo ubriaco che non si prende più cura di loro, che li maltratta e che un bel giorno si dimentica di distribuire il cibo quotidiano e di mungere le vacche, si organizza all’insaputa di Jones per una ribellione, una rivolta prevista in sogno dal Vecchio Maggiore, un verro di dodici anni che muore dopo aver espresso a parole le sue previsioni. Capitanati da Napoleone, il maiale di razza Berkshire della fattoria, grande, grosso e alquanto feroce, gli animali riescono a dar luogo alla rivolta piuttosto facilmente, cacciando a cornate, calci e spintoni Jones e il suo seguito di uomini violenti, prendendo il possesso dell’intera tenuta.
Da “Fattoria Padronale”, i nuovi proprietari la battezzano “Fattoria degli Animali”, creando una serie di comandamenti che costituiscono una legge inalterabile e che, da quel momento e per sempre, ogni animale è tenuto a osservare.
Ben presto, però, nonostante l’innato senso di comunità e di non violenza nei confronti del prossimo che gli tutti gli animali della fattoria credono di possedere, emergono delle differenze, e i maiali, più intelligenti e facilmente ubbiditi, si assumono il comando sugli altri.
Benchè facendo di tutto per non assomigliare all’uomo, nel passo eretto, nell’utilizzo di abiti o gingilli, nell’uso di un letto e di qualsiasi altra comodità, nel bere alcolici e nell’essere feroce nei confronti del prossimo, i maiali, astuti e avari, si lasciano dominare da sentimenti egoistici e predominanti, tanto da modificare i sette comandamenti a loro piacimento e all’insaputa degli ignari e ubbidienti animali al loro seguito.
Dopo uno scontro di opinioni, Napoleone riesce a cacciare Palladineve, il suo vice e confidente, e fa giustiziare coloro che disubbidiscono ai suoi ordini o che non manifestano le sue stesse opinioni.
Temuto e rispettato da tutti, il grosso verro si assume totalmente il comando e il merito di ogni cosa ma il suo egoismo e la sua alterigia si manifestano a tutti gli effetti quando, al termine del romanzo, credendo o volendo far credere di aver messo giù le armi e di non aver più alcun conflitto di interesse nei confronti degli uomini, fra essi si verifica l’ultimo decisivo scontro. I maiali, eretti su due zampe, in collera e nell’atto di una violenta discussione contro gli uomini sono indistinguibili da essi. Chi è ora l’uomo? Chi è ora il maiale?
Il romanzo “La Fattoria degli Animali” risale al 1937 ma la sua uscita sul mercato non è apparsa prima del 1944, mentre in Italia è edito da Mondadori dal 1947. Di fatto, è un libro satirico, che allude, in maniera alquanto evidente, alla Rivoluzione Russa e al totalitarismo sovietico del periodo Staliniano. Gli stessi protagonisti rappresentano personaggi di quell’epoca, come Stalin, Marx, Lenin e altri nomi noti di rivoluzionari e dittatori sovietici. Per tali motivi, il libro ha avuto alcune difficoltà iniziali nell’essere pubblicato, pur, tuttavia, riscontrando successivamente un notevole successo a livello mondiale.
L’autore, George Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair, è stato uno scrittore, giornalista, saggista e attivista scozzese dell’inizio novecento, che ha partecipato alla Guerra civile spagnola nel 1936, ed è stato corrispondente di guerra durante il secondo conflitto mondiale.
Nonostante le sue numerose opere, i suoi due più famosi romanzi restano “La fattoria degli animali” e “1984”, romanzo distopico per eccellenza dove, anche in questo caso, le accuse verso il totalitarismo rappresentano il tema principale del libro.
“L’uomo è l’unica creatura che consuma senza produrre. Non dà latte, non depone uova, è troppo debole per tirare l’aratro, non corre abbastanza veloce da catturare un coniglio. Però è padrone di tutti gli animali. Li fa lavorare e in cambio concede loro il minimo necessario alla sussistenza, tenendo il resto per sé. Il nostro lavora dissoda la terra, il nostro escremento la fertilizza, tuttavia, non c’è fra noi chi possegga altro che la nuda pelle”. Parole del Vecchio Maggiore.
Ho letto il libro in inglese e mi era piaciuto molto. Sarebbe interessante recuperarlo anche in italiano, anche solo per farne un confronto. In ogni caso, storia interessante e ben scritta, che porta ad avere più riflessioni. Consigliato anche a lettori giovani (io l’ho letto a 14 anni)
L’ho proposto a scuola con risultati eccellenti.