La casa editrice Marsilio propone una nuova edizione di un classico, La fattoria degli animali di George Orwell, libro amato e letto da molti, che si presenta ora in una nuova agile traduzione e soprattutto è corredato da una cura molto raffinata, dovute allo studio e all’intelligente lettura di Stefano Manferlotti, professore emerito di letteratura inglese alla Università Federico II di Napoli. La prima caratteristica da mettere in luce è che il romanzo viene pubblicato con il testo italiano affiancato all’originale inglese, il che permette a chi non conosce la lingua di leggerlo agevolmente e a chi la conosce, magari un po’, di poter raffrontare, imparare, studiare formule, costruzioni verbali, forme lessicali sconosciute.
Il testo è preceduto da un lungo saggio introduttivo dello stesso Manferlotti, che illustra le caratteristiche del libro orwelliano, ne racconta la genesi, le avventure/disavventure editoriali, il contesto storico in cui lo scrittore decise di scrivere questa fiaba, anzi, come spiega diffusamente il curatore, a Fairy Story.
Come nacque La Fattoria degli animali?
Il libro fu composto in soli tre mesi, dal novembre 1943 al febbraio del ’44, in piena guerra, dunque, e non era certo facile trovare un editore, tanto che lo stesso autore era convinto che il romanzo fosse un’opera non politicamente corretta: il suo evidente significato metaforico, dopo la resistenza dei russi a Stalingrado e la probabile fine del regime nazista, rendevano il testo problematico e scomodo. Lo stesso T.S.Eliot, direttore editoriale della Faber&Faber a cui Orwell si era rivolto, pur apprezzando il libro l’aveva definito non adatto nella fase politica del momento.
Il saggio di Stefano Manferlotti descrive con attenzione, profondità e competenza filologica i significati più riposti del romanzo e dei suoi incredibili personaggi - animali; si sofferma sulle vicende editoriali, ma soprattutto racconta la storia così originale e fantasiosa che Orwell aveva deciso di scrivere, sottolineando come la metafora che sottende l’intera narrazione abbia dei riscontri precisi nei personaggi storici di quel momento politico così complesso.
Nella fattoria degli animali ribelli al dominio padronale in un primo momento vi è grande voglia di cambiamento e un notevole entusiasmo: viene scritto un catalogo di sette “comandamenti”, l’ultimo dei quali recita:
“Tutti gli animali sono uguali”.
Poi le cose non andranno così bene, anzi i maiali prenderanno il sopravvento, e alla fine ci sarà la loro metamorfosi, in un ribaltamento completo delle premesse.
Nella storia, ambientata in Inghilterra, ritroviamo una satira della democrazia, un tentativo di far riflettere sui pericoli che incombono anche in paesi liberi, in cui la libertà può essere in pericolo e i totalitarismi sono in agguato. Questo libro è fornito di note, una ricca bibliografia, la ricostruzione storica del periodo in cui George Orwell visse, combatté, fu ferito nella Guerra di Spagna dove si era arruolato volontario, e concluse la sua vita dopo aver scritto 1984, il suo romanzo più noto.
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Un libro che consiglio certamente a studenti di anglistica, ma anche ai normali lettori che vogliono avvicinarsi a un grande autore, forse poco studiato da noi, che è giusto annoverare fra scrittori che hanno fatto dell’impegno civile e della letteratura come strumento di analisi della società il loro alto obiettivo artistico.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La fattoria degli animali: testo inglese a fronte per la nuova edizione Marsilio a cura di Stefano Manferlotti
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