La febbre dei libri. Memorie di un libraio bibliofilo
- Autore: Alberto Vigevani
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
“Dapprincipio i librai furono umanisti, italiani o bizantini, e la caduta di Bisanzio, con la conseguente diaspora culturale, accrebbe l’entità del fenomeno, che viaggiavano cercando codici e manoscritti, quando la stampa non era ancora nata, per i principi, dai Medici agli Este, da Federico da Montefeltro a Mattia Corvino… Anche lo stesso Petrarca, scopritore di testi rimasti ignorati per secoli, creando quella preziosissima biblioteca per la quale la Repubblica di Venezia gli offrì in cambio una dimora. E poi venne la corte dei principi del denaro, come i Fugger fino ai Rothscild”.
Un poeta che ha scritto romanzi, con queste parole la scrittrice Lalla Romano descrisse Alberto Vigevani sul Corriere nel ricordarlo. Vigevani è stato un bibliofilo, uno tra i più conosciuti librai nell’Italia del dopoguerra fino agli anni Novanta. Lettore maniacale, è stato un intellettuale di grande spicco nella nostra cultura del Novecento, romanziere, libraio antiquario, poeta ed editore.
“Qualche volta mi chiedo come ci si avvicini ai libri e, nel mio caso, perché ai libri invece che alle arti (…) i libri sono stati il mio destino”.
Con questa bellissima frase si apre “La febbre dei libri”, il suo libro di memorie e racconti della sua vita avventurosa e ricca di umorismo alla ricerca dei libri.
Alberto Vigevani nacque a Milano, di origine ebraica fin da ragazzo amante del teatro (scriveva recensioni) e predisposto alla lettura, si iscrisse ai corsi di Letteratura francese alla Ca’ Foscari di Venezia. I suoi amici più cari fin d’allora furono Alberto Mondadori, Carlo Bo ed Ernesto Treccani. Con l’emanazione delle leggi razziali abbandonò l’Italia lasciando gli studi e divenne un libraio mentre alcuni suoi amici, giovani intellettuali, divennero editori, come Gobetti e Neri Pozza. Fondò nel 1938 insieme a Vittorio Sereni e all’amico di sempre Treccani la rivista Corrente e nel dopoguerra la casa editrice Il Polifilo. Alberto Vigevani va ricordato anche come collaboratore dell’Avanti e dei maggiori quotidiani italiani quali La Stampa, il Corriere della Sera, Il Giornale, Repubblica.
Dei libri ha amato fin da giovanissimo - scrive - l’odore, il tatto, la presenza e nel frequentare le librerie sfogliarli e accarezzarne i dorsi e le copertine, consapevole che sarebbero divenuti “il suo futuro nutrimento”. Racconta delle sue letture da ragazzino, Verne e Salgari, amori passionali e ricordi indelebili dell’avidità negli occhi nel leggerli a letto, contrastando le febbri delle malattie infantili, dal morbillo agli orecchioni. Descrive con minuzie di particolari e aneddoti la ricerca di libri sulle bancarelle, “ultima spiaggia prima dell’esiziale macero”, meta dei suoi vagabondaggi nelle piazze e tra le strade di Milano, una scuola di cultura per la sua generazione. Anche la frequentazione delle librerie, come quella gestita da Cesarino Branduani ( autore di “Memorie di un libraio”), il libraio più famoso in Milano, un vero computer umano in tempi nei quali i computer non esistevano.
Una vita, quella di Alberto Vigevani spesa alla ricerca dei libri, amati, cercati o sfrattati dai grandi librifici conservati in capannoni traboccanti di ex bestseller o di bestseller, “in più romanzi delle serie televisive e libri di ministri dimissionari”. In queste grandi cattedrali, come le definisce, vi si ritrova il richiamo dell’odore della carta, dell’inchiostro di stampa e del mastice di legatoria. Narra elegantemente e ironicamente la sua affannata e smaniosa ricerca di volumi rari e documenti unici in oscure e polverose botteghe dal Nord al Sud della penisola e all’estero, ovunque l’interesse e il piacere della lettura lo chiamasse.
Una simpatica curiosità è il capitolo che dedica al suo primo cliente italiano che viveva in Egitto ad Alessandria, la cui famiglia aveva in concessione le poste egiziane. Non era un bibliofilo ma un lettore, e voleva arricchire la sua biblioteca di opere complete di autori famosi da Maupassant a Balzac. Racconta degli incontri con artisti, scrittori, citando tra i tanti Riccardo Bacchelli, come ultimo grande conversatore prima della sparizione di quella che definisce un’arte. Poeti e grandi bibliofili dal presidente Luigi Einaudi al paroliere Marcello Marchesi, della cui biblioteca Alberto Vigevani dovette occuparsi a seguito di una costosa separazione, e lo scrittore e saggista Andrea Kerbaker (autore di “Breve storia del libro (a modo mio)” e de “Lo scaffale infinito”). Un’aristocratica e raffinata cultura e umanità attraversa queste bellissime pagine che fanno di questo piccolo e prezioso volume un viaggio affascinante nel mondo delle lettere e nel ritratto di un’epoca difficile, ma ricca di sogni poetici e di richiami ad un tempo ammirevole, da sembrare ormai così lontana. Consigliato!
La febbre dei libri. Memorie di un libraio bibliofilo
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