La figlia dei ricordi
- Autore: Victoria Hislop
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2013
“Il mare luccicava attraverso una pallida nebbiolina di garza. A riva, la più vibrante e cosmopolita città della Grecia badava ai propri affari”.
L’anziana coppia di sposi Dimitri Komnios e Katerina Sarafoglou, seduti l’uno accanto all’altra sul divano del loro appartamento di Salonicco, avevano iniziato a raccontare al nipote Dimitri il loro comune passato.
“Ho trascorso tutta la mia vita sapendo solo mezze verità sulle origini di mio padre e senza aver ricevuto risposte”.
Era giunto per Dimitri (detto Mitsos come il suo avo), cresciuto a Londra ma ogni estate andava dai suoi nonni in Grecia, il momento di sapere cosa gli era stato finora nascosto. Nella fievole luce della sala da pranzo la memoria della coppia doveva tornare al maggio del 1917 a Salonicco
“luogo di una varietà culturale impressionante, in cui una popolazione composta in modo quasi uguale di cristiani, musulmani ed ebrei coesisteva e s’integrava come i fili intrecciati di un tappeto orientale”.
In questa città, che da cinque anni non apparteneva più all’Impero Ottomano ed era diventata parte della Grecia, Dimitri era venuto al mondo in una soffocante giornata di agosto, nato dal matrimonio del ricco mercante di stoffe Konstantinos Komninos con la bella modella Olga la quale, finalmente dopo dieci anni di unione coniugale era riuscita ad avere un figlio. Mentre Dimitri cominciava ad allungare il suo sguardo sul mondo, un focolaio sviluppatosi all’interno di una misera casa che sorgeva all’interno di un quartiere densamente popolato dentro le vecchie mura di Salonicco, in poche ore aveva bruciato quasi tutta la città. Il fuoco, propagatosi veloce come il vento caldo e impetuoso che lo aveva alimentato, aveva raso al suolo il negozio, il grande magazzino vicino al porto carico di stoffe pregiate e la villa sul lungomare di Konstantinos. Se la I Guerra Mondiale aveva fatto prosperare il già ricco Komninos, il bagliore arancione che si era diffuso nel cielo e aveva illuminato tutta Salonicco rischiava di causare il tracollo finanziario del mercante. L’intraprendenza di Konstantinos, però, portato in salvo con l’aiuto del fratello Leonidas il neonato, la moglie Kyria Olga e la governante Pavlina nella piccola casa della moglie, l’aveva spinto subito a iniziare l’opera di ricostruzione della sua fortuna. Infatti,
“...non era ancora trascorso un anno dai giorni dell’incendio che già era tornato a lavorare a pieno regime, con entrate mensili altrettanto cospicue che in passato... e profitti addirittura maggiori”.
Alcuni anni dopo, nel 1922 in Asia Minore, la città turca di Smirne, ceduta al termine della Grande Guerra alla Grecia era stata riconquistata dall’esercito turco di Mustafa Kemal. La popolazione atterrita da saccheggi, devastazioni e dall’incendio che era seguito aveva cercato scampo tentando di imbarcarsi, destinazione coste greche. Tra i tanti disperati anche una donna con le sue figlie, una neonata stretta al petto “fresche e linde nei loro chiari abiti estivi”. Katerina nella confusione aveva perso di vista la madre e la sorellina e si era ritrovata sola a bordo della grande nave ancorata nella baia. “Mia madre è qui. Ma non so dove”.
Victoria Hislop, che vive nel Kent con il marito e i figli, aveva entusiasmato i lettori con il suo primo romanzo L’isola (oltre due milioni di copie vendute nel mondo e tradotto in oltre venti paesi). Nel libro La figlia dei ricordi (titolo originale del volume: The Thread, Bompiani, 2013, traduzione di Luisa Saravat), l’autrice inglese tesse con bravura una trama di memorie familiari attraverso le vicende di un uomo e di una donna per ricordare un periodo della Storia dimenticato. Al centro della trama Salonicco, l’antica Tessalonica, ritratta nel periodo più turbolento della sua millenaria storia “quando fu resa quasi irriconoscibile da una serie di catastrofi politiche e umane che la sconvolsero”. In seguito all’espulsione di migliaia di profughi greci dalla Turchia avvenuta dopo la guerra greco-turca, Salonicco era stata soprannominata la Capitale dei rifugiati. Questa straordinaria migrazione di popoli avrebbe fatto diventare Salonicco città prevalentemente abitata da greci, perché “i cristiani arrivavano e i musulmani se ne andavano”. Dimitri e Katerina (sbarcata a Salonicco con Eugenia e le sue due gemelle Maria e Sofia) s’incontrarono per la prima volta proprio in questo particolare momento storico, unendo i loro destini per sempre.
“Notte e giorno non c’era mai una pausa nella musica continua della città. Si parlavano molte lingue: non solo il greco, il turco e il ladino, la lingua degli ebrei sefarditi, ma per la strada si sentivano comunemente anche il francese, l’armeno e il bulgaro”.
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