La figlia del boia e il diavolo di Bamberga
- Autore: Oliver Potzsch
- Genere: Horror e Gotico
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2018
“La figlia del boia e il diavolo di Bamberga” (Neri Pozza 2018, titolo originale Die Henkerstochter und der Teufel von Bamberg, traduzione di Metella Paterlini e Roberta Scarabelli) è il quinto capitolo di una delle serie più amate e lette nel mondo di Oliver Potzsch dedicata alla figura di Jakob Kuisl, boia di Schongau, capostipite della famiglia dell’autore tedesco, nato nel 1970 e residente a Monaco di Baviera.
Maledizione, se quelli là davanti non muovono subito le chiappe, li prendo per la collottola e li spingo a bastonate fino a Bamberga!
26 ottobre dell’anno del Signore 1668. Lontano poche miglia da Bamberga, Jakob Kuisl conduceva il carro tirato dai buoi che avrebbe portato lui e la sua famiglia nella cittadina, dove li attendeva il suo fratello minore Bartholomäus. Quest’ultimo, boia di Bamberga, il quale da due anni aveva presso di sé come apprendista Georg, il figlio di Jakob, stava per sposarsi per la seconda volta. La famiglia di Jakob, vedovo da pochi anni, era composta da Magdalena, suo marito Simon, di professione cerusico, dai loro chiassosi figli piccoli Peter e Paul e dalla sorella minore di Magdalena, la quindicenne Barbara.
Il carro avanzava a fatica sotto la pioggia lungo lo stretto sentiero incassato tra due scarpate scoscese, che dopo qualche curva terminava in riva a un fiume. Barbara si guardava intorno annoiata, Magdalena era pensierosa e ansiosa di giungere alla meta, Simon cercava di distrarre i figli.
Inoltratosi attraverso un fitto bosco, Simon insieme a Peter e Paul aveva osservato con raccapriccio la carogna di un magnifico cervo il cui corpo era in gran parte immerso nel ruscello. Una visione tragica foriera di morte, squarciata la gola e il ventre dell’animale, Simon si era domandato quale tipo di predatore fosse stato in grado di causare ferite così gravi, forse un branco di lupi o un orso. Una volta raggiunto il guado, reso marrone e limaccioso dalle acque agitate dalla pioggia e dai molti uomini che lo attraversavano, la famiglia Kuisl aveva notato un assembramento di persone che guardavano qualcosa per terra davanti a loro:
... nella melma lambita dall’acqua, c’era il braccio destro mozzato di un uomo, da cui pendevano ancora i brandelli di una camicia che un tempo era stata bianca.
Carrettieri e contadini non avevano dubbi: chi aveva osato amputare quell’arto era una creatura soprannaturale, un lupo mannaro, una belva, anzi un diavolo. Ma Jakob Kuisl, considerato un boia eccellente, forte, veloce, esperto e dotato di un’intelligenza tagliente come la lama della sua spada da esecuzioni, non aveva dubbi. L’uomo al quale apparteneva il braccio era stato sicuramente assassinato e abbandonato nella foresta per essere stato in seguito trovato e sbranato da belve feroci. Non c’era dubbio alcuno: anche se invecchiato, Kuisl non aveva perso il suo fine intuito.
In nome di Dio, cosa si appostava nei boschi intorno a Bamberga?
Bamberga, splendida città dell’Alta Franconia, costruita su sette colli e conosciuta in Germania come la Roma della Baviera, antichissima città imperiale, in passato sede dei principi-vescovi, dichiarata nel 1993 Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è teatro dell’ennesima avventura del boia di Schongau. Accurata ricostruzione storica intrecciata a una trama ricca di colpi di scena, atmosfera intrigante e personaggi perfettamente caratterizzati. È difficile abbandonare la lettura dei romanzi storici di Oliver Potzsch, il quale è sempre più che mai convinto che
È sempre la storia a scrivere le storie migliori.
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