La figlia del papa
- Autore: Dario Fo
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Casa editrice: Chiarelettere
- Anno di pubblicazione: 2014
In un romanzo edito da Chiarelettere Dario Fo, premio Nobel per la letteratura, grande attore, regista, scrittore, artista poliedrico, ci rivela una Lucrezia Borgia totalmente diversa da quella che ci hanno fatto conoscere altri scrittori ma anche registi o sceneggiatori: una Lucrezia Borgia non lasciva, incestuosa, dissoluta ma una ragazza prima, donna dopo che “non ha tramato, non ha ucciso ma è stata vittima” della corruzione del padre, il papa Alessandro VI e della cattiveria del fratello, Cesare Borgia.
“La figlia del papa” (Chiarelettere, 2014) è un romanzo storico che descrive il contesto delle corti rinascimentali attraverso i giochi di potere, ma è anche e soprattutto un mémoire drammatico di una donna vittima della società del suo tempo, una donna bella e saggia.
“In tutte le storie famose, come quella dei Borgia, si trovano sempre diverse versioni del dramma. Nella maggior parte dei casi, però, si scopre un intento deformante, soprattutto dal punto di vista storico. Personalmente non ho fatto altro che ricercare la verità”.
Confutando tutte le teorie diffuse in tanti secoli attraverso una ricerca storica minuziosa che la vuole figlia e sorella incestuosa, avvelenatrice di mariti, furba e spietata arrampicatrice sociale, Lucrezia Borgia descritta da Dario Fo è una figlia e moglie devota, una donna definita dal padre del suo terzo marito, Alfonso d’Este “una delle gioie più grandi della mia vita”, felice di averla conosciuta per “la generosità, lo slancio, la passione, il senso del sacrificio che è pronta a dare a chi ama”. Lucrezia, appassionata studiosa di San Bernardino e Santa Caterina, nel 1512 sostiene e fonda un convento basato sulle opere di beneficenza e a Ferrara da vita a un Monte di Pietà per aiutare i poveri. Aspetti che come dice lo stesso autore non possono non far pensare a Franca Rame:
“Mentre scrivevo certi passaggi del libro, dovevo fermarmi per l’emozione”.
Dario Fo ha arricchito il suo nuovo libro di trenta illustrazioni, una galleria di ritratti, molti dei quali mostrano il fascino di donna Lucrezia. Dario Fo descrive tutta la famiglia Borgia da Rodrigo, papa Alessandro VI, uomo coltissimo che incontra in gran segreto Copernico per discutere la riforma della chiesa a Cesare, secondogenito, figlio prediletto, che manipolò il padre, uccise il fratello maggiore e amò pazzamente la sorella. Stritolata da queste due personalità forti Lucrezia, denigrata per secoli come una donna intrigante e addirittura avvelenatrice dei suoi amanti, in realtà, fu fedele al primo marito imposto dal padre, il nobile Giovanni Sforza, innamorata del secondo il giovane e bello, Alfonso d’Aragona, figlio illegittimo di Alfonso II di Napoli, devota al terzo, Alfonso d’Este, figlio di Ercole duca di Ferrara e tra i suoi amanti predilesse certamente Pietro Bembo con il quale condivideva l’amore per l’arte. Proprio alla corte degli Estensi iniziò a essere chiamata duchessa e aprì le porte del suo palazzo ad artisti e letterati famosi del tempo. Anche come madre attraverso le parole di Fo scopriamo una donna sconvolta quando ha perso il suo primo figlio, ansiosa nelle cure di tutti gli altri.
La rilettura di Dario Fo del Cinquecento attraverso la ricerca della verità di questo “sporco capitolo” della politica italiana mette in luce però anche personalità illuminanti come Leonardo da Vinci, Copernico, Bembo, Raffaello, Ariosto e la stessa Lucrezia
“che agiscono tutti nel tempo dell’Umanesimo e del Rinascimento, spesso si conoscono, si odiano, si amano e producono, nell’unione delle loro personalità ed energie creative, il momento forse più alto e irripetibile della cultura italiana”.
La figlia del papa
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Ho terminato di leggere questo libro qualche settimana fa. Ho anche fatto passare alcuni giorni prima di recensirlo, in attesa dell’ispirazione adatta per buttar giù un articolo, ispirazione che però non è arrivata.
Il romanzo non mi ha lasciato niente, mi è parso stopposo, lento, piatto. Ritengo Fo superbo sul palcoscenico. Come scrittore, meglio lasciar perdere.
La recensione è migliore del libro. I miei complimenti alla collaboratrice.