La fine del giorno. Un diario
- Autore: Pierluigi Battista
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Rizzoli
- Anno di pubblicazione: 2013
Mi sono innamorato letterariamente di Pierluigi Battista e "La fine del giorno. Un diario" (Rizzoli, 2013) ne è la conferma.
L’autore riesce a mettere insieme la malattia della compagna di una vita Silvia a un libro che sta confezionando sulla nuova sessualità dei "vecchi" tramite il Viagra.
Il signor P. si ritrova con la compagna malata, Silvia, una donna affascinante e colta, che deve subire l’onta di quello che una volta si chiamava "il malaccio", ovvero il cancro e la cura inevitabile che lo accompagna quando il tumore è inoperabile, ovvero la chemioterapia. Questa pratica medica è invisa e odiata, fa perdere i capelli, regala nausee continue e uno spossamento insopportabile. Silvia sembra che debba pagare lo scotto del "non vedrai la tua vecchiaia", perché non ha condotto una vita esemplare. Ha pure fumato, un po’ è colpa sua. Ci si attacca a tutto: al Web, agli stregoni, agli astrologi, agli oncologi che odiano la terapia. Si diventa fragili e andando sul sito dell’Airc, ricerca sui Tumori, si capisce che questa malattia non è per niente sconfitta e molto c’è da fare.
Nel frattempo, il signor P. rivede il suo scritto sul Viagra con questi uomini malvissuti che vogliono continuare a fare sesso a età cospicue, soprattutto uomini di potere che vogliono vivere le loro ultime esperienze amorose con ventenni sveglie e un po’ sgualdrine.
Tra tutti gli esempi citati, c’è anche il nostro ex premier, Berlusconi, con le sue Olgettine, ma la sequela di uomini politici è assai lunga.
Battista prende stralci dal capolavoro Vergogna del premio Nobel Coetzee, per dimostrare che poi la colpa di portarsi a letto una studentessa la paghi cara, in un mondo dove vige un politicamente corretto insostenibile. Lo stesso che fa dire ebreo americano all’amatissimo Roth, (non è semplicemente uno scrittore americano?), ma il coltissimo signor P. cita anche Martin Amis e McEwan.
Nel frattempo la malattia di Silvia avanza e solo l’autoironia di Pierluigi Battista riesce a tenere sullo stesso filo narrativo sesso e malattia, vecchiaie "goduriose" con la mortalità di noi tutti.
L’ultimo capitolo del diario si intitola "Piangere piano". Ormai il lutto è una cosa privatissima e splendide sono le pagine sulla cremazione della donna, dove un’ottusa burocrazia prende il sopravvento sulla finitezza esistenziale.
Questo è un libro bellissimo, doloroso ma anche ironico, che spazia dal Viagra alla morte, dalla solitudine e lo strazio al sesso "ridicolo" di ultrasettantenni che non si rassegnano. Un diario di grandissima caratura.
La fine del giorno: Un diario
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La fine del giorno. Un diario
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