La fine del mondo storto
- Autore: Mauro Corona
- Anno di pubblicazione: 2010
Raramente passano una o due settimane senza che qualche giornale o trasmissione televisiva lanci un allarme paventando, o addirittura prevedendo con certezza, il totale esaurimento di ogni tipo di carburante entro una manciata di anni. Puro allarmismo teso a "fare cassetta", pericolo certo e reale, o forse una via di mezzo tra i due? Ciascuno di noi ha la propria opinione, sia essa costruita su studi e conoscenze concrete o semplicemente sulle sensazioni personali. E’ comunque inevitabile che un argomento come questo, corredato da un titolo che, definendo "storto" il nostro mondo, evoca uno scenario di speranza e miglioramento, e da una copertina suggestiva, colpisca il nostro immaginario.
Mauro Corona, lo chiarisce già nelle prime pagine del libro, è assolutamente convinto che il futuro della terra vada proprio in questa direzione: si tratta solo di aspettare qualche anno. E’ forse per questa sua convinzione che il suo racconto assomiglia molto più a un saggio che a un romanzo. Non ci sono personaggi precisi: protagonisti sono tutti gli uomini, nessuno escluso. Non ci sono dialoghi, né un vero e proprio intreccio o situazioni particolari. Si tratta semplicemente della cronaca di quello che accade al mondo nel momento in cui tutti i carburanti si esauriscono. Un osservatore astratto, parlando al presente, descrive tutto ciò che succede agli uomini e ciò che mettono in atto per difendersi dalla lenta, inesorabile morte, il cui spettro è rafforzato dal fatto che, ovviamente, la stagione in cui ha inizio la fine è l’inverno. Un inverno lungo e gelido come mai si era visto, o forse è solo la mente di chi lo vive che lo percepisce come tale. Senza soffermarsi su nessuno, perché l’individualità non conta più niente quando la vita sta sfuggendo dalle dita di tutti, l’autore descrive dapprima il disperato soddisfacimento dei bisogni di calore e cibo, poi, con la primavera, il ritorno all’agricoltura e alla pastorizia, il recupero di una vita semplice che era stata pressoché dimenticata. Ma l’uomo non impara mai dai propri errori, ed ecco che, quando il pericolo di vita è passato e si comincia a sentirsi più tranquilli e sicuri, una piccola scintilla riaccende contrasti e sete di potere.
Comunque lo si voglia interpretare, come un racconto o come una teoria ben precisa, questo libro possiede un fascino cupo e una strana poesia, cinica e disincantata, che inchiodano il lettore. E’ scritto con un piglio polemico e quasi moralista che a tratti irrita, e spesso si vorrebbe iniziare un dialogo con lo stesso autore per sviscerare alcuni argomenti ben precisi. Si intuiscono anche alcune proteste "personali" (i critici letterari, il paesino di Ripido), e si può inorridire leggendo che anche l’arte, la letteratura, lo studio vengono considerati superflui al pari delle ville, dei gioielli e del lusso. Ma subito dopo si annuisce pensando ai pasti luculliani che vengono sprecati ogni giorno nel mondo "civile", al superfluo che impera, alla fretta che genera sempre più aggressività e follia nell’uomo. Ma attenzione, se nel mondo "nuovo" l’uomo riscopre la solidarietà, la collaborazione e l’amicizia, ci dice Corona, questo è dovuto esclusivamente al bisogno e alla certezza di non potercela fare da soli. La bestia dentro l’uomo non è quella che esce fuori davanti alla fame, ma quella che risorge davanti alla minima sicurezza raggiunta, e che porta a ripristinare prepotenza e violenza. L’uomo fondamentalmente buono, sembra dirci Corona, era solo un’idea di Rousseau.
La fine del mondo storto
Amazon.it: 11,87 €
© Riproduzione riservata SoloLibri.net
Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La fine del mondo storto
Lascia il tuo commento