La forma dell’acqua
- Autore: Guillermo Del Toro Daniel Kraus
- Genere: Fantasy
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Tre60
- Anno di pubblicazione: 2018
Non ha forma l’acqua, eppure le comprende tutte. Quando penetra la materia e la invade, niente è più come prima. Cambia tutto e anche le cose più insignificanti ne acquistano una. Perché l’acqua è vita o morte; è niente o ogni cosa.
Ne “La forma dell’acqua”, il romanzo che ha ispirato l’omonimo film insignito di premi prestigiosi (un Leone d’oro a Venezia e quattro Oscar, fra cui miglior film 2018), il prezioso liquido assume le sfumature cangianti di una divinità dell’Amazzonia, il Deus Brânquia. Un anfibio sotto molti aspetti simile all’uomo, unico nel suo genere, dai rari poteri curativi e detentore del filtro che preserva la giovinezza.
Lo sceneggiatore Guillermo Del Toro e lo scrittore Daniel Kraus hanno unito le loro fantasie di gran lunga visionarie, nonché varie citazioni di pellicole che hanno colpito la loro creatività (Il mostro della laguna; La bella e la bestia), così come talune tematiche che hanno toccato le loro corde. Il regista pluripremiato (Guillermo Del Toro), per sua stessa ammissione, sa bene infatti cosa significhi sentirsi “ultimo” in un mondo che guarda con diffidenza. Lui, giunto dal Messico in un’America carica di pregiudizi, si è sentito accettato soltanto quando è diventato un regista affermato.
“La forma dell’acqua” (Tre60, marzo 2018) parla d’amore e di legami profondi, che vanno ben oltre le parole. Siamo nel Maryland: precisamente nel 1962 a Baltimora. La giovane Elisa Esposito fa il turno di notte come donna delle pulizie al centro di Ricerca Aerospaziale di Occam ed è la figura ideale per incarnare l’esigenza di riservatezza. Elisa infatti è muta. Una ragazza infelice e sola, cresciuta in orfanotrofio, dove nessuno l’ha mai voluta né le ha concesso il diritto di piangere che hanno i neonati. Ha un unico vezzo, Elisa: al lavoro mette delle scarpe bizzarre, colorate. È il suo semplice modo di ribellarsi all’indifferenza che la circonda e di far sapere al mondo che lei è lì.
Quando al centro viene portata la “risorsa”, sulla quale si intendono effettuare dei crudeli esperimenti non compatibili con la vita, Elisa riconosce in quell’essere sciagurato un’anima affine. Curioso e delicato, proprio come lo è lei. E, nell’elemento che a lui è congeniale, l’acqua, la ragazza scoprirà di non essere più sola. Sebbene, per salvargli la vita, ella dovrà cercare in tutti i modi di liberarlo e in seguito, rinunciare a lui.
In questa storia, che taluni definiscono un romanzo gotico, mentre io direi essere un fantasy dai risvolti sentimentali, non manca niente. Non mancano i cattivi: le spie russe in un periodo di piena Guerra Fredda, che si contendono i risultati di un esperimento fuori dal comune e la sua completa segretezza; non gli odiosi figuri che ostacolano l’amore con ogni mezzo, perché alla guerra hanno sacrificato l’anima e ora sono incapaci di perdonare se stessi. Ci sono gli amici, pochi ma buoni, quali Zelda, la collega di colore di Elisa, che metterà a repentaglio la sua stessa sicurezza pur di appoggiare il sentimento puro nei confronti della “creatura” inerme; e il pittore gay Giles, che saprà beneficiare della vicinanza del Deus Brânquia per opporsi ad una vita incolore.
Soprattutto, non manca la morale. La bestia, molto spesso, non è da identificarsi nel diverso. Ma va ricercata in chi si finge uomo e adduce alla normalità, mentre invece è caduto in un vortice di bassezza e perdizione che lo ha reso alienato.
È come se questo romanzo, dalla prosa estremamente cinematografica, ci dicesse di diffidare dalle apparenze. È talmente bello e coinvolgente, che è un peccato terminarlo. Sebbene giunti alla fine, ci si senta purificati dal pregiudizio in generale.
Si avverte solo la bellezza dell’amore. La vita che scorre. La potenza dell’acqua.
La forma dell'acqua-The shape of water
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