La fortuna di Finch
- Autore: Mazo de la Roche
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Fazi
- Anno di pubblicazione: 2021
Fazi pubblica nella collana “Le strade” il romanzo La fortuna di Finch (2021, titolo originale Finch’s Fortune, traduzione di Sabina Terziani), pubblicato per la prima volta nel 1932, riportando in libreria il terzo volume, dopo Jalna (Fazi, 2019) e Il gioco della vita (Fazi, 2020), dell’appassionante ciclo di romanzi intitolato “La saga di Jalna”. Quest’opera dell’autrice canadese Mazo de la Roche (Newmarket 1879 - Toronto 1961) tra gli anni Venti e Cinquanta del XX secolo ebbe un successo clamoroso, con 193 edizioni inglesi, 92 edizioni straniere e undici milioni di copie vendute in tutto il mondo, seconda solo a Via col vento fra i bestseller all’epoca della prima uscita.
“Stava per arrivare il giorno in cui Finch sarebbe diventato maggiorenne, baciato dal sole”.
A ventun anni il giovane Finch Whiteoak avrebbe messo le mani sul patrimonio che gli spettava, su quell’eredità lasciatagli dalla nonna, la vulcanica matriarca Adeline Court, vedova del capitano Philip Whiteoak venuta a mancare un anno e mezzo prima. La presenza di Adeline, una Court perfetta, esponente di una famiglia che da sempre nobilitava i difetti sventolando energicamente il vessillo della tradizione, era ancora chiaramente percepibile a Jalna, residenza storica dei Whiteoak, grande famiglia inglese dalle salde origini vittoriane trapiantatasi in Canada al termine del XIX secolo. Adesso la famiglia, benché delusa dalla decisione materna, era pronta a festeggiare la maggiore età di Finch e la fortuna insperata che gli era piovuta addosso. Il fatto che la temibile matriarca avesse lasciato tutto a Finch era stato un fulmine a ciel sereno per tutti; forse festeggiare un simile evento a qualcuno poteva sembrava crudele. Tuttavia si poteva considerare la cosa da un’angolazione differente: forse l’euforia della festa avrebbe contribuito a diluire l’amarezza di quel momento per gli anziani della famiglia, i figli della matriarca, proprio come il brusio delle chiacchiere durante una veglia funebre sovrasta il dolore del lutto.
“Be’, se proprio volete organizzare questa festa di compleanno, fate pure, non me ne importa un fico secco”.
Era stato il laconico commento di Finch quando i Whiteoak avevano comunicato al ragazzo la loro intenzione di organizzargli una grande festa di compleanno. Al termine della festa Finch aveva lanciato una proposta bomba agli zii: andare in Inghilterra, là dove tutto molti anni prima aveva avuto inizio. Un modo per dare una svolta alla vita, sia alla sua sia a quella degli zii, per fare nuove conoscenze e aprirsi al mondo. La proposta era stata accettata.
Una nave in partenza da New York li avrebbe portati nel Vecchio Continente, Finch era fuori di sé per l’eccitazione. Aveva visto uscire lentamente la nave dal porto sotto il tremolio delle stelle, aveva guardato verso la città luccicante di mille luci, che sembrava tendergli le braccia per trattenerlo e aveva contemplato l’oscurità dell’Oceano Atlantico, che si dispiegava davanti a lui. Tutto ciò lo commuoveva nel profondo, perché a dispetto del suo carattere burbero, Finch era un giovane sensibile. Il giovane era salito fino al ponte più alto e lassù si era ritrovato quasi da solo, si era appoggiato al parapetto lasciandosi attraversare dalle vibrazioni della nave, provando una gioia completamente nuova. Forse dentro di sé sentiva che nella vecchia Inghilterra avrebbe fatto un incontro importante.
“È una dolce ragazza, talpa o non talpa. Spero che lei e Finch facciano amicizia”.
È sempre emozionante immergersi nella storia della famiglia Whiteoak, padroni del maniero di Jalna, le cui gesta descritte con mano felice dalla penna elegante e originale di Mazo de la Roche, una delle più importanti e prolifiche scrittrici del Novecento, icona della letteratura canadese e prima donna a vincere il prestigioso Atlantic Monthly Prize, si dipanano in un periodo di cento anni che va dal 1854 al 1954. Ora che la dispotica Adeline non c’è più, sono le giovani generazioni che scalpitano per trovare un posto al sole e uscire dal cono d’ombra di una famiglia certamente ingombrante.
“Non dico questo… ma perché dovremmo fingere di essere felici che il patrimonio sia toccato a lui, quando invece speravamo che toccasse a uno di noi tre?”
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