La fuoriuscita
- Autore: Giuseppe Lago
- Genere: Psicologia
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2017
Con “La Fuoriuscita” (Alpes, 2017), lo scrittore Giuseppe Lago affronta un tema che lo tocca nel profondo, quello dell’analisi terapeutica. Anch’egli psicoanalista affermato, questa volta si cimenta ad osservare, a sviscerare, a portare alla luce quei lati della teoria da lui e da tanti colleghi messi utilmente in pratica ma che, se usati in maniera non conforme, possono arrecare grave danno alle persone.
Da dove scaturisce il titolo? Dalla stessa protagonista, Marta Weber che, dopo anni di analisi, si è volontariamente allontanata dal “gruppo” di villa Incom, detto anche della psicoscienza.
Marta si rivolge a Livio Spada, psichiatra indipendente, ovvero libero di svolgere il proprio compito terapeutico senza trarre indicazioni da alcuno se non dai maestri della psicoanalisi. Per anni la fragile Marta si era messa nelle mani della fondatrice stessa di Villa Incom, Adele Lussari, terapeuta con teorie che dissociavano da quelle di molti colleghi e soprattutto con un approccio diverso all’analisi. Il suo fare carismatico, però, le aveva consentito di creare attorno a sé un’ampia cerchia di persone che la seguivano pedissequamente.
Seppur bella e intelligente e dopo lunga frequentazione del gruppo di psicoscienza, Marta all’inizio del romanzo non ha un forte ego, è ancora fragile e si affida al dottor Spada per trovare una propria dimensione, soprattutto dopo il volontario allontanamento da villa Incom.
Inizialmente lei credeva in Adele Lussari:
Quando l’ho vista la prima volta… stare al centro del gruppo.. con tutti intorno che si affannavano a chiamarla…Adele, Adele …mi ha dato l’impressione di una persona che godeva della fiducia di molti.
Ma in pochi anni tanto succede e ora Marta così si esprime:
Ho bisogno di lei, dottore, perché sono confusa. Mi rendo conto che in questi anni ho rischiato di perdere me stessa e, forse, in parte ho perso le mie radici.. Non so più chi sono.
Forse, invece, la dolce Marta è ancora ben cosciente di quel che fa e soprattutto di quel gruppo da cui è “fuoriuscita”. Il romanzo verte molto sulle fragilità non solo della protagonista, ma anche di tanti altri che frequentano ancora quel luogo inquietante che è Villa Incom. Positivo è il ruolo di Livio Spada che saprà mettersi in gioco e, oltre a prendersi cura di Marta, a inoltrarsi nel mondo del gruppo da lei frequentato, una di quelle cerchie settarie nate in seguito alla deriva politica della psicoanalisi verso gli anni Settanta.
Tutto il romanzo si svolge con un’alternanza tra dialoghi ed eventi che ricalcano i rapporti tra i personaggi e le dinamiche all’interno del gruppo e lunghi monologhi in cui i personaggi principali si raccontano durante la terapia di gruppo o la stessa Marta si confida con il dottor Spada.
Ad un certo punto la storia si tingerà di giallo: il giovane figlio di Adele, Ezio, viene coinvolto dalle vicende e in seguito a tutto ciò molto cambierà. Sarà una serie di eventi dolorosi per molti, non solo per i protagonisti e porterà alla luce verità assai spiacevoli. Emergono inoltre molti lati che non fanno onore né a chi fa questa professione né a chi ne esercita altre: c’è chi sa molto manovrare, sa usare gli altri deliberatamente e senza remore.
Il romanzo fa davvero riflettere: molti sono i richiami alla letteratura psicoanalitica, alle associazioni psico-religiose, agli intrecci erotici e di terapia, assolutamente inusuali anzi invalidanti il rapporto terapeuta - paziente .
Il romanzo di Giuseppe Lago stupisce per la sua capacità letteraria avvincente mista ad una notevole conoscenza della materia psichiatrica: lo scritto è un contributo di valore, assolutamente necessario per riconoscere il sottile, ingannevole, ma profondo confine tra psicoterapia medica e curativa e l’ambiente occulto e ingannevole, dannoso e pericoloso dei gruppi settari.
La fuoriuscita
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