La futura regina
- Autore: Philippa Gregory
- Genere: Romanzi e saggi storici
- Casa editrice: Sperling & Kupfer
- Anno di pubblicazione: 2012
“La mia signora madre procede per prima, un’importante ereditiera per titolo proprio, moglie del più importante cittadino del regno. La segue Isabella, perché è la maggiore. Poi ci sono io: come sempre vengo per ultima”.
Torre di Londra, maggio 1465. Anna Neville sta assistendo all’incoronazione della consorte del re Edoardo IV di York, Elisabetta Woodville, “la donna più bella che abbia mai visto” di modesti natali. Mentre s’inchina davanti alla donna che è venuta a onorare la piccola Anna non può sapere che un giorno anche lei sarà regina, sposa di Riccardo III d’Inghilterra, il crudele e fosco protagonista del celebre dramma di William Shakespeare.
“Siamo le ereditiere più ricche d’Inghilterra e mio padre domina il mare tra Calais e la costa inglese. Apparteniamo alla grande famiglia Neville, i guardiani del Nord dell’Inghilterra; nelle nostre vene scorre sangue reale”.
Il padre di Anna e Isabella è Richard Neville, conte di Warwick, grande condottiero e “dio militare” in sella a Mezzanotte il suo nero destriero da guerra, la madre è Anne de Beauchamp, nobildonna inglese autoritaria e distante. Richard Neville, uomo ambizioso e scaltro (“governare l’Inghilterra è la nostra eredità”), non ha eredi maschi quindi è fondamentale che le figlie facciano dei matrimoni per lui vantaggiosi, unioni importanti per tessere alleanze in un periodo burrascoso come quello attuale. Sono infatti i turbolenti anni della Guerra delle due Rose sanguinosa lotta dinastica combattuta in Inghilterra tra il 1455 e il 1485 tra i due diversi rami della casa regnante dei Plantageneti, i Lancaster (simboleggiati da una rosa rossa) e gli York (simboleggiati da una rosa bianca). Neville, chiamato “il creatore di re”, a causa del suo straordinario ruolo di burattinaio dei pretendenti al trono, non si fa scrupolo di usare Isabella e Anna come se fossero pedine in una scacchiera. Quella di Richard è una partita a scacchi pericolosa nella quale la ruota della fortuna sale e scende. “Che Dio benedica il casato di Warwick!”.
Attraverso il mestiere delle armi The Kingmaker, crea e distrugge i sovrani d’Inghilterra: l’uomo che è visto dalla popolazione inglese come “l’amato capitano che difende il Mare Stretto e tiene lontani i pirati e i francesi dalle nostre spiagge” ha cambiato spesso vessillo. Neville ha dapprima appoggiato Riccardo, duca di York, poi suo figlio ed erede, Edoardo IV, quindi il suo secondogenito Giorgio (dato in sposo a Isabella), e infine il loro acerrimo nemico Enrico VI Lancaster, “il re dormiente”. Lady Anna ha seguito docilmente il padre in questo balletto intricato e ambiguo di lealtà: la giovane ha assistito alla graduale esclusione del padre dalla corte sempre più dominata dalla famiglia Woodville e dai suoi seguaci.
“Si sale e si scende. Vi suggerisco di stare in guardia quando salite e di distruggere i vostri nemici quando scendete”.
I Neville dapprima riparati in Francia sono tornati in patria perché ora Anna è diventata la nuova candidata al trono (l’ereditiera della fortuna dei Neville è stata data in sposa a Edoardo di Lancaster, figlio di Enrico VI e della potente Margherita d’Angiò), secondo il volere del padre il quale si trova alla testa dell’esercito dei Lancaster.
Nel maggio del 1471 il conte di Warwick muore nella battaglia di Tewkesbury combattendo per il casato dei Lancaster, dopo una vita trascorsa a sostenere quello degli York. Anna, fatta prigioniera, poco più di un anno dopo sposerà presso l’Abbazia di Westminster Riccardo di Gloucester, il futuro Riccardo III.
Nella nota finale, Philippa Gregory, maestra del romanzo storico inglese precisa che
“questo è un libro basato su un personaggio la cui vita i biografi avevano predetto sarebbe stata impossibile da raccontare per mancanza di informazioni”.
Anna, “la futura regina” era imparentata con la maggior parte dei più importanti protagonisti della Guerra dei Cugini (“solo in seguito, nel XIX Secolo, verrà chiamata Guerra delle Due Rose”). La tesi che vuole dimostrare l’autrice è che anche la stessa Anna sia stata una vera e propria protagonista. Dopo aver narrato nei romanzi precedenti le gesta della sua “prediletta” Elisabetta Woodville, ecco una nuova eroina che ha compreso fin da piccola che
“per essere una regina bisogna considerare qualsiasi ostacolo come una propria vittima”.
Infatti
“a volte il fato ordinerà la sopravvivenza di una sola persona, il nemico o se stessi, il figlio del nemico o il proprio. Quando si deve scegliere, si sceglie sempre la propria vita, il proprio futuro, il proprio figlio quale sia il costo”.
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