La giostra dei criceti
- Autore: Antonio Manzini
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Sellerio
- Anno di pubblicazione: 2017
Il secondo romanzo pubblicato da Antonio Manzini, prima del grande successo ottenuto dalla fortunata serie dedicata al commissario Rocco Schiavone, ci porta in un mondo, quello della malavita romana, pieno di una cupezza e di una mancanza di umanità che spaventa. In questi giorni si rinnova l’interesse per il processo che vede implicati i soggetti che dettero vita a quella sorta di intreccio corruttivo-malavitoso a cui si è dato il nome di mafia capitale, malgrado le molte obiezioni giuridiche a tale denominazione.
Il libro di Manzini, a cui l’autore ha dato il titolo “La giostra dei criceti”, mette in scena uno spaccato della società romana in cui compaiono ministri, militari dei servizi segreti, politici di secondo rango, alti dirigenti della burocrazia, insieme a micro borghesi, segretarie, impiegati a 1200 euro mensili, baristi, cassiere, piccoli delinquenti di periferia, in un miscuglio di interessi, di connivenze, di piccola delinquenza nella quale si trovano invischiati anche uomini qualunque, protagonisti di esistenze grigie e banali, prive di prospettive.
Non voglio raccontare la trama di questo romanzo “romano”, un po’ moraviano per certe caratterizzazioni di personaggi del proletariato periferico, o della piccola borghesia impiegatizia, ma mi soffermo sul viluppo delle responsabilità che la classe politica ha avuto nell’intrecciarsi con la malavita.È proprio di questo che sembra occuparsi il romanzo, con i rapinatori mascherati da carabinieri, di cui assumono i metodi violenti e gli atteggiamenti meno legalitari; con l’alto dirigente dell’istituto di previdenza che sogna la segretaria più bella e disponibile, una carriera più promettente, e si trova ad assecondare piani perversi per risolvere il problema della mancanza di fondi della agenzia: i pensionati più fragili, più vecchi, più soli, un costo sociale troppo elevato, verranno progressivamente eliminati, in una sorta di eutanasia di stato descritta e pianificata da uomini senza scrupoli morali che fanno parte della cosiddetta classe dirigente del paese.
Manzini non fa sconti a nessuno dei suoi personaggi, destinati tutti ad un’inevitabile brutta fine. L’unica speranza sta nella pancia della bella Alessia, decisa ad uscire dal mondo della delinquenza in cui è sempre vissuta e da cui è risoluta ad uscire anche se ha perso tutti i suoi affetti. René, Diego, Franco, Cencio, Sora Adele, Nonna Ida, Moscedaian, Pa-Palla, Manolo, Elisabetta, Augusto Toti, la cameriera sudamericana ciabattante, il padre gesuita De Cesaris, una carrellata di diversissimi personaggi, tutti verosimili, costruiti con cura e descritti nei meandri della loro coscienza o mancanza di tale prerogativa.
“La giostra dei criceti” è un romanzo nero, a volte comico per la banalità del male che viene commesso, per la mancanza di prospettive dei suoi personaggi, capaci di muoversi in contesti degradati dal punto di vista etico, a prescindere dalla condizione economica e sociale, verso abissi di illegalità che confina con la delinquenza, la rapina, il delitto.
La giostra dei criceti
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