La guerra dei cafoni di Carlo D’Amicis

Anni ’70. Salento. Nell’estate del ’75 si contrappongono come ogni anno due gruppi di ragazzi, quello dei signuri e quello dei cafoni, da una parte i figli di possidenti di ville e dall’altra i figli di abitanti di baracche anche fatiscenti, il gruppo appartenente al ceto medio-alto della borghesia e quello appartenente alla povera gente che deve salpare all’alba per pescare il necessario per poter sopravvivere.
La diversità è così evidente che non può che generare conflittualità, non può non sfociare in una guerra, che evolve ogni anno da semplice scaramuccia fanciullesca a vera bestialità adolescenziale. Ma il mondo è in trasformazione e per questi ragazzi la trasformazione è doppia e accanto a quella sociale, c’è quella privata, adolescenziale che distorce e amplifica tutto. Questo provocherà un doppio conflitto a cui ognuno reagirà in modo differente, chi accettando quello che è inevitabile, chi invece, sordo a tutto, vuole restare aggrappato al mondo di sempre dove può trovare delle certezze.

Carlo D’Amicis, attraverso la narrazione in prima persona del capo dei signuri e il ritratto di quel mondo di adolescenti, riesce a dipingere in modo convincente il cambiamento socio-economico che diventerà epocale. Un cambiamento che porterà grandi trasformazioni, che promette l’agognato riscatto per le fasce meno abbienti, che fondamentalmente modifica il concetto di privilegio, non dato più dalla cosiddetta “signorilità”, quasi un diritto preso dalla nascita, ma dall’avere, dal denaro con la conseguente illusione di elevazione a chiunque lo possegga. Una trasformazione che si tira dietro tante contraddizioni e che coglie impreparata la popolazione del piccolo paese nel sud dell’Italia, investendo soprattutto quei ragazzi il cui mutamento privato e personale è in corso.

Posso dire che siamo di fronte a un gran bel libro: La guerra dei cafoni (Minimum Fax, 2008), selezione al premio Strega 2008, è scritto, a mio modo di vedere, molto bene, con termini che si rivelano azzeccati e precisi e che rendono la lettura un vero piacere.