Il mercato editoriale si sta sempre più concentrando sui gusti e sulle aspettative delle donne. Sono loro a leggere e a tenere in piedi soprattutto la vendita dei romanzi, che gli uomini non leggono quasi più. Le analisi merceologiche e statistiche più recenti portano alla conclusione che le donne hanno il completo potere sulla narrativa, categoria a cui appartengono libri che gli uomini snobbano, con il pregiudizio che siano "romanzetti" non di qualità. Piuttosto l’uomo dirà di rileggere i classici: meglio ritornare su Madame Bovary di Gustave Flaubert, che spendere soldi per libri che hanno il respiro corto.
L’ultima conferma sul fenomeno "lettura=donne" è arrivata la scorsa settimana, con la ricerca condotta da Nectar in collaborazione con Ibs.it che svela i profili degli acquirenti e degli acquisti online su Ibs.it (la libreria online più conosciuta in Italia) e nelle librerie fisiche tramite i dati ricavati dai possessori della carta fedeltà Nectar.
Dai dati emerge che il 59,9% degli acquirenti online su Ibs siano giovani donne, di età compresa tra i 18 e i 34 anni, di istruzione medio-alta e di cui il 40% senza figli. Cosa acquistano online? Ebook e libri cartacei di narrativa, naturalmente.
Nelle librerie fisiche Ibs Bookshop non cambia il genere ma solo l’età delle donne che acquistano: il 66,8% dei clienti è una donna di età compresa tra i 45-54 anni, con titolo di studio alto e con figli in età scolare.
Di seguito un’infografica che mostra i dati:
Anche le scrittrici sono sempre più donne - Le maggiori realtà editoriali italiane, con un buon gioco di squadra, volontario o meno, pubblicano come novità sempre più donne: Rosella Postorino, Goliarda Sapienza, Alessandra Sarchi, Dacia Maraini e tante altre non italiane, tra cui su tutte nomino il fenomeno Donna Tartt, che con Il cardellino ha avuto riconoscimenti, premi e recensioni entusiaste.
Questo fenomeno porta a un maggiore spirito critico della donna, che sa scrivere ormai di tutto, anche di calcio, basti pensare al buon successo di Francesca Serafini con Di calcio non si parla.
La scrittrice Susan Sontag, in America, è stata la prima a parlare della malattia dell’Aids ed è stata sempre in prima fila in materia di diritti civili, come i matrimoni gay, il diritto ad abortire, la strenua difesa delle coppie miste.
E allora gli uomini, che leggono solo saggistica, a sentir loro, di cosa parlano? Di donne, erudite e complesse, che danno in alcuni paesi filo da torcere per le loro battaglie di libertà e di pace tra le nazioni.
L’editorialista del Corriere della sera Pierluigi Battista, la cui ultima fatica tratta della pericolosità dei libri, in merito alle donne scrive:
"Con il romanzo moderno fiorisce anche una nuova sensibilità. E con la nuova sensibilità si affaccia il pubblico delle nuove lettrici, che poi continueranno a essere fino ai nostri giorni le più avide consumatrici di romanzi («È solo merito delle lettrici se oggi si continua ancora a pubblicare e vendere libri», ha ammesso Mario Vargas Llosa). Perciò anche i professionisti della distruzione dei libri e i censori cominciano ad avere un nuovo daffare. Troppe donne con troppi libri sono guardate con sospetto e angoscia. «Ma prima, cerca di levargli i libri! Senza i libri è uno sciocco come me. Brucia i suoi libri!» esortava il losco Calibano nella Tempesta di Shakespeare. E «cercate di levare i libri» dalle mani delle lettrici sembra essere diventata anche la pressante esortazione dei moderni censori. Nella sfera dei sentimenti pericolosi, «galeotto» è sempre il libro, e chi lo legge."
Come emerge dalla citazione, voglio di nuovo sottolineare come lo scrittore di fama mondiale Vargas Llosa ammetta candidamente che se si pubblicano e si leggono libri è merito delle lettrici.
Nel nostro piccolo lo sapevamo già, semplicemente guardando alle tante lettrici che seguono Sololibri e numerose collaboratrici che scrivono recensioni belle e curate.
Quindi non più chi dice donna dice danno, ma chi dice donna dice libro!
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La lettura è sempre più... “donna”
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Purtroppo la situazione libri diventa sempre più preoccupante. Rispecchia la situazione della nostra società e ci fa capire quanto stiamo tendendo al "dolce-subire-quello-che-ci-viene-propinato-senza-più-giudizio-critico-da-parte-nostra". E questo quando va bene. Perché, come nel caso della parte maschile, si tende addirittura a tirarsene fuori perché leggere "produce fatica" (con la falsa auto-scusa che all’uomo non piace il romanzo) e noi tendiamo sempre di più alla passività.
Un articolo (anzi direi una serie di articoli dato che anche quello precedente sulla situazione "mondo-lettura" in Italia è ben fatto) che dovrebbe cominciare a far riflettere tutti.
Bravo Vincenzo.