La lista di Lisette
- Autore: Susan Vreeland
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Neri Pozza
- Anno di pubblicazione: 2014
“Davanti alla stazione ferroviaria di Avignone, tra l’andirivieni nervoso dei viaggiatori, i fattorini dalle biciclette decrepite intenti a scansare bambini e barrocci, e lo strepito dei clacson, André mordicchiava tranquillamente la mela che aveva preso su una bancarella”.
1937. Francia del Sud, Provenza. In quella fine primavera, mentre suo marito André Honoré Roux si trovava a proprio agio, Lisette girava intorno alle loro sacche da viaggio, alle valigette, alle casse piene di tutto ciò che la coppia era riuscita a portare via da Parigi. In quelle valigie c’era anche custodito “il sogno spezzato” di Lisette, la quale nonostante i colori e la luce del sole che la abbagliava non riusciva a rassegnarsi al fatto di aver lasciato “la mia città natale, la mia felicità, la mia anima”.
Lisette aveva rinunciato alla possibilità di compiere un apprendistato presso la Galerie Laforgue, “occasione irripetibile per una donna di vent’anni priva di istruzione formale”. Per questo motivo Lisette era rimasta attonita davanti alla decisione di André di lasciare Parigi per trasferirsi a Roussillon un villaggio sperduto, solo perché il nonno Pascal aveva chiesto l’aiuto del nipote a causa di una salute sempre più cagionevole. Del resto anche André aveva rinunciato al suo ruolo di funzionario nella Corporazione degli Encadreurs, l’associazione dei corniciai, posizione prestigiosa per un uomo di soli ventitré anni. Erano questi i pensieri della giovane, già piena di nostalgia per la vita che si era appena lasciata alle spalle. A niente valevano i discorsi di Maurice, perfetto “chevalier de Provence” che indossava una “taillole”, fusciacca rossa che stava a significare che “era nato e cresciuto in Provenza e che ne è un patriota”, autista di quella piccola corriera squadrata che stava conducendo André e Lisette verso Roussilon “dai colori giallo ocra, corallo, rosa e salmone, appollaiato in cima a una montagna e contornato da un fitto bosco di pini”.
Erano quattro le verità, “les quatre vérités” da sapere sulla Provenza: le montagne, l’acqua, il sole e il vento, quel Mistral, maestrale che soffiava secco, freddo, violento, sui campi di lavanda e sugli uomini abituati da sempre a fronteggiarlo. Ma già s’intravedeva Roussillon che assomigliava a un regno fantastico uscito da un racconto popolare per l’infanzia. Qui viveva Pascal, ex minatore nelle miniere di ocra, “amateur d’art”, collezionista di sette dipinti meravigliosi, incomparabili e che rappresentavano la sua vita. Capolavori da custodire e difendere con cura adesso che la minaccia nazista stava per fare razzia di tutto ciò che era bello e immortale.
“Davanti a un grande paesaggio di campi coltivati con una montagna sullo sfondo, presi coraggio e azzardai: Cézanne? Pascal annuì sorridendo”.
Susan Vreeland, autrice americana da sempre appassionata d’arte, con La Lista di Lisette (titolo originale Lisette’s List, traduzione di Simona Fefé) compone un’opera di fantasia inserendo nella narrazione artisti famosi quali Marc Chagall, Paul Cézanne e Camille Pissarro. In questo quadro perfettamente tratteggiato appaiono particolarmente vividi i personaggi principali “uniti tra loro come perle di una collana”. Sullo sfondo del Roussillon, villaggio dai mille colori che fa da magico contrasto con l’azzurro del cielo e il verde della natura incontaminata, una giovane donna depone le vesti da “parisienne” per diventare una “roussillonaise”, sedotta dai racconti dell’anziano Pascal.
“Voglio che tu e André sappiate tutto su questi quadri e sugli uomini che li hanno dipinti finché mi resta ancora tempo, finché la memoria mi assiste”.
Ecco apparire Pissarro, uno dei maggiori esponenti dell’Impressionismo, che in cambio di alcune cornici aveva donato a Pascal un dipinto che il corniciaio aveva scelto tra capolavori di commovente bellezza, “Scegliere fu uno strazio”. Cézanne, incontrato nella bottega delle belle arti di Julien Tanguy “pensava solo alla pittura, ne era ossessionato”, perché “dipingeva quadri capaci di raffigurare la sua anima”.
In quella Provenza dove l’uomo e la natura vivono in armonia, provincia di quella Francia che in anni difficili aveva perso “una battaglia ma non la guerra” e che presto avrebbe ritrovato “la libertà e la grandezza”, Lisette avrebbe imparato che
“nella nostra vita c’è un unico colore che, come sulla tavolozza di un artista, rivela il senso dell’esistenza e dell’arte. È il colore dell’amore”. Marc Chagall.
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