La logica del gatto
- Autore: Michele Cremonini Bianchi
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Italiana
- Anno di pubblicazione: 2023
Riecco Anubis, il grosso gatto nero capace di pensare, a modo suo. Bentornato anche Gilberto Contessina, con quel cognome che stride col mestiere di poliziotto ma è coerente con la tanto discreta inclinazione sessuale del quasi quarantenne vice ispettore. Ritroviamo soprattutto l’irresistibile scrittore, sceneggiatore e ideatore di novità creative Michele Cremonini Bianchi, da Cremona, autore del poliziesco La logica del gatto, apparso in prima edizione nel 2020 ed ora in seconda per i tipi CN Casa Nuvolari, del Gruppo Editoriale il Rio di Mantova (settembre 2023, collana Tascabili, 350 pagine). Su Sololibri.net abbiamo già presentato Geroglifico 17 (CN, 2023) sequel del romanzo di cui ci occupiamo adesso, tra i due del dittico di Anubis.
Michele Cremonini Bianchi gestisce la Compagnia Teatrale AnubiSquaw, cura i testi rappresentati (oltre venticinque) e dirige da regista le rappresentazioni. Per il Rio ha pubblicato nel 2016 Uccidi anche me e con La logica del gatto si è classificato al secondo posto nel Torneo letterario 2021 di Robinson “La Repubblica”.
Prosa brillante, originale: dite quello che volete, ma Michele è ok, scrive bene (e tanto, vista la produttività). Qualche volta scherza, non si sa se ci fa o ci è, altre sorprende, con i suoi personaggi ottimamente costruiti. È il caso di Morgana... vedremo più in là.
Presenta Gilberto come un discreto elemento, magari non un fulmine di guerra ma affidabile. È gay, va bene e questo gli ha fatto guadagnare in Questura dei nomignoli, “la Gilberta” o “la Contessina”, pronunciati solo alle spalle, però, perchè nessuno lo vuole tra i piedi. Chi non sorride ma è infastidito dalla sua omosessualità è il superiore diretto, l’ispettore Gaudenti: non trova da ridire sulla libertà sessuale, è che il tratto effeminato del sottoposto inquina lo standard di solidità cui dovrebbe tendere un componente della Polizia di Stato. E poi, quella tendenza a parlare sotto stress con un forbito vetero linguaggio medievale!
Quanto al diretto interessato, per non soffrire si è adattato a vivere la vita di un altro, a sembrare allineato. Con il risultato di non riuscire ad allinearsi e di soffrire comunque. In un’epoca in cui l’omosessualità non fa più sensazione, l’avverte nonostante tutto come diversità, per colpa dei genitori, che se ne sono vergognati, facendolo sentire in colpa. In tarda adolescenza, aveva provato a forzare i propri interessi, dirottandoli verso l’universo femminile, ma gli era risultato indifferente. Era rimasto in una terra di mezzo, tra le leonesse che l’atterrivano e i leoni che l’attraevano, ma che si proibiva di avvicinare. Aveva scelto di fare il poliziotto per smetterla di sentirsi un criminale, pur sapendo di non fare niente di male. E non si concede niente, perché un poliziotto non può. Gaudenti, poi, ci mette del suo, richiamandolo continuamente a un decoro che sinceramente non ritiene di infrangere. E se qualche espressione o movenza risultano un filino effeminate, non può mica stravolgere la propria natura.
Ma il felino sensitivo? Il sornione Anubis ha dei pensieri che gli si fissano in mente. Immagini, anzi non soltanto immagini, piuttosto strani ghirigori che sembravano geroglifici sovrapposti:
“Per forma ed enigmaticità”.
Difficile precisarlo, altrettanto descriverlo: la sua mente è un archivio multimediale, quando si presenta una situazione, gli si rovesciano in testa tutte le informazioni in suo possesso, alcune:
Derivanti da una sorta di coscienza cosmica felina di cui ignora esistenza e ragion d’essere.
Tutto all’istante: una grandinata di informazioni correlate, grazie alle quali il suo istinto riesce a costruire un quadro della situazione e a tracciare un ventaglio di previsioni.
Sono numerosi i primattori e i comprimari in questo invito alla lettura con delitto. Un omicidio immediato. Il cadavere di un capo squadra delle pulizie (attenti alla “u”, non è polizie) viene rinvenuto nel Castello del Fuso, a Bardes, in provincia di Cuneo (non esiste o, meglio, nell’alto Piemonte c’è un maniero famoso, ma non è quello).
Il ritrovamento impegnerà a fondo l’ipergastritico ispettore Felice Gaudenti, sempre più vicino all’ulcera, pur strumentalizzando il flemmatico vice come parafulmine.
Ricordate che in questo romanzo avranno da dire e da fare l’incredibile e comunque risolutivo Copernico, omino boschivo di cui alla recensione del secondo titolo di Cremonini Bianchi e una non meglio precisata Voce, presente, citata, ri-citata più volte. Neanche Michele sa dirci niente, ma teme che la stessa Voce stia architettando qualche altro colpo fenomenale, convinto che sia “uno” che non lascia scivolare via le avversità. È un uomo, forse?
Ala fine, Morgana? Sola, nel Fuso, osserva il paesaggio familiare da una finestra del castello. D’indole crepuscolare, preferisce l’oscurità. Nemmeno trentenne, è di singolare bellezza, ma la salute fragile la induce all’angoscia e indurisce i lineamenti. Il marito è via per il mondo a sbrigare affari e i due figli sono tenuti lontano, a Torino, nel timore assurdo di Salvatore che possa contagiarli col suo male. È così duro, insensibile, eppure lei guarda fuori nella speranza di vederlo finalmente tornare. Ogni volta lo immagina, bello e inesorabile, percorrere il viale con passo deciso. Nei sogni ad occhi aperti, si vede correre giù per le scale e gettarsi tra le sue braccia, per cominciare davvero a vivere una vita d’amore. Perché lo ama, nonostante tutto.
Morgana aspetta. Ha ventisette anni. Dal 1841.
È un fantasma e tra i personaggi è l’unico esistente, gli altri sono tutti immaginari, assicura Michele. Lo presenta già a pagina quattordici. Un colpo di scena, indubbiamente, ma nessuna spiata: non è affatto uno spoiler.
La logica del gatto
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