La luce è là
- Autore: Agata Bazzi
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Mondadori
- Anno di pubblicazione: 2019
L’autrice Agata Bazzi, erede di una grande dinastia di imprenditori che operarono in Sicilia nel secolo scorso, ha scritto un libro da cui si rimane catturati ricercando nelle pagine che si leggono con piacere una dopo l’altra il proseguimento di un storia ben raccontata.
Ne “La luce è là” (Mondadori, 2019) si prende spunto da un diario di Albert Arhens, il capostipite della famiglia, e con la voce narrante di Marta, una delle sue otto figlie, ci si inoltra in un percorso narrativo che copre poco più di un secolo ad iniziare dall’arrivo in quel di Palermo.
Albert Arhens era nato nel 1852, proveniente dalla Bassa Sassonia, un luogo e lontano e ben diverso dalla Sicilia, ma persona colta e dalla mentalità aperta, scelse questa città come luogo del sogno e volle essere un cittadino di Palermo, mettendo in atto un suo progetto che oltre l’aspetto imprenditoriale, fu vissuto come cittadino consapevole e responsabile.
Il libro è la storia di una famiglia che possedeva a Palermo una villa disegnata e costruita tra il 1884 ed il 1890, non una costruzione barocca ma un’architettura razionale, seria ed austera. Gli Arhens furono imprenditori di successo in vari settori (vinicolo, tessile, mobiliere) che credettero nella Sicilia ma che nel 1939, a seguito delle leggi razziali, vennero ad essere defraudati delle loro attività e del loro complesso ceduto al demanio militare.
La loro attività era apprezzata oltre l’ambito della comunità locale, in un contesto che vedeva presenti altri importanti nomi di imprenditori stranieri in una città dal forte carattere europeo.
Il libro ripercorre la vita di questa famiglia con i suoi fasti e successi ma anche nei loro momenti negativi, tristi e luttuosi come dopo il terremoto di Messina e durante gli eventi bellici. I caratteri dei personaggi sono ben trattati e delineati ed altro aspetto interessante è la descrizione dei diversi paesaggi storici del tessuto urbano della città, sia la sua parte antica che quella più moderna come pure la campagna ove aveva sede la loro dimora.
Il libro offre un quadro storico dell’epoca con una visione chiaramente antifascista soprattutto dopo le leggi raziali, ma si ragiona anche su sentimenti universali che trascendono i tempi e i luoghi. Gli Arhens, quantunque ebrei, vivevano la loro religione con laicità, ma furono anch’essi colpiti nella loro diversità.
“Non c’è differenza tra sogno e progetto”
è una frase espressa dall’autrice che sintetizza ed esplicita il senso, il carattere di tutti gli appartenenti alla famiglia così come nel romanzo descritti. Individui estremamente concreti, forse più tedeschi che ebrei ma orgogliosi della loro identità.
La costruzione del romanzo è stata frutto di una ricerca accurata e sistematica di ricordi e frammenti di memoria raccolti tra i diversi componenti la famiglia. Eventi parziali messi in ordine che costituiscono adesso una storia comune da raccontare. Un narrato che diverte e appassiona uscendo dagli schemi di una semplice saga di famiglia esprimendo altresì uno spaccato di storia di individui con le loro passioni politiche e le loro importanti relazioni interpersonali.
La luce è là
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