La mia vita. Le mie battaglie. Dacia Maraini e Joseph Farrell
- Autore: Dacia Maraini Joseph Farrell
- Categoria: Narrativa Italiana
Nel volume “La mia vita. Le mie battaglie” edito da Della Porta Editore, Dacia Maraini intervistata da Joseph Farrell, Professor Emeritus di Italianistica presso l’University of Strathclyde, a Glasgow, ripercorre la propria esistenza: dall’infanzia fino ad oggi.
“Scrivo al computer. A mano scrivo soltanto gli appunti, perché del computer non posso fare a meno”, in un luogo silenzioso, perché “il silenzio è il bene più prezioso di questo mondo”
In questo libro-intervista la romanziera, poetessa, saggista, giornalista, drammaturga e sceneggiatrice svela a Farrell la sua “stanza tutta per sé” dove concentrarsi per mettere sotto forma di prosa i suoi pensieri. Quella stanza, un piccolo studio foderato di libri che guarda sui boschi, si trova a Pescasseroli, sulle montagne abruzzesi, dove la Maraini soggiorna per più mesi consecutivi durante l’anno. Un’autrice nomade, Dacia Maraini, non solo perché è spesso in viaggio ma perché la sua grande curiosità e la sua immaginazione irrequieta conferiscono all’autrice de La lunga vita di Marianna Ucria,
“un’insoddisfazione innata rispetto allo status quo e una continua ricerca di alternative”
come precisa Farrell nell’Introduzione al testo. Forse questo lato della personalità dell’autrice è da ricercarsi nella sua famiglia “internazionale”, essendo Dacia cosmopolita per nascita e formazione.
“I miei nonni materni erano: lui, Enrico Alliata di Salaparuta, un aristocratico siciliano di origine pisana. Lei: Sonia Ortuzar, figlia di genitori cileni. I miei nonni paterni erano: Antonio Maraini, di origine ticinese, Yoi Pawloska Crosse, metà inglese e metà polacca”
Nata a Fiesole in Toscana ma cresciuta in Sicilia dopo un periodo tormentato in Giappone quando era solo una bambina, Dacia è la primogenita dello scrittore ed etnologo Fosco Maraini “uomo amabile, colto, intelligente, scriveva benissimo” e della pittrice Topazia Alliata “donna coraggiosa, anticonformista”. L’educazione riservata a Dacia e alle sue due sorelle era basata su questa regola: “non fare mai qualcosa di cui potresti vergognarti di fronte a te stessa e agli altri”. I genitori della Maraini con il loro coerente comportamento, vedi la dura esperienza nel campo di concentramento giapponese di Tempaku, seppero regalare alla figlia un raro esempio di idealismo. Non solo, il fatto di possedere un sangue misto, ha dato alla Maraini una particolare visione del mondo legata alla tolleranza verso le diversità, alla propensione al viaggio e alla conoscenza e convivenza con altre culture. Nel volume diviso in cinque capitoli: Vita e miracoli, Amori e amicizie, Sante e peccatrici, Poetica e scrittura e Battaglie, emerge il ritratto di un’autrice non femminista ma autrice “dalla parte della donna”. Maraini narratrice e cronista del nostro tempo fin dai romanzi di esordio ha riscosso successo di critica e pubblico: “La vacanza” (1962) e “L’età del malessere” (1963).
Ragazze disorientate, scontente e maltrattate che rifiutano di accettare passivamente quelle frustrazioni e il senso di inadempienza che ne consegue, perché le figure femminili dei romanzi della Maraini vogliono essere padrone del loro destino, si chiamino Marianna Ucria o Chiara D’Assisi. Nelle pagine di questo libro-intervista con protagonista un’autrice prolifica fermamente ancorata nella storia dell’Italia moderna, ci piace evidenziare il ricordo di due personaggi della vita culturale del Novecento. Il primo è Alberto Moravia “amavamo le stesse cose: leggere prima di tutto”, il secondo Pier Paolo Pasolini “un uomo impegnato, che interveniva sulla realtà italiana e spesso capiva in anticipo i grandi cambiamenti culturali della sua epoca, e per questo era considerato un profeta”.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: La mia vita. Le mie battaglie. Dacia Maraini e Joseph Farrell
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