La mia vita in bicicletta
- Autore: Margherita Hack
- Genere: Storie vere
- Categoria: Saggistica
- Anno di pubblicazione: 2017
“La mia vita in bicicletta” (Ediciclo, 2017, prefazione di Patrizio Roversi) è la prima autobiografia a pedali, ora in edizione tascabile, della celebre astrofisica e divulgatrice Margherita Hack (Firenze, 12 giugno 1922 - Trieste, 29 giugno 2013) che qui rivive la sua esistenza al ritmo di dolci pedalate, dal triciclo alla bici da corsa.
“Il mio interesse per la bici e il ciclismo è cominciato molto presto, certamente prima che avessi compiuti dieci anni, perché la domanda di rito che rivolgevo a qualsiasi nuova persona che incontravo era: «Sei per Binda o per Guerra?». Io ero per Binda”.
L’undicenne Margherita aveva posto lo stesso quesito anche al tredicenne Aldo, suo futuro marito, quando si erano incontrati al giardino pubblico dei Boboli.
“Era l’estate del ’33 e le imprese dei ciclisti al Giro d’Italia o a quello di Francia erano molto più seguite di oggi”.
Un anno, ricorda Margherita Hack, una tappa del Giro si era conclusa a Firenze presso il Campo di Marte, dove c’era lo stadio e la nostra eroina era riuscita a toccare il braccio del formidabile passista Learco Guerra, soprannominato
“Locomotiva umana”.
Gli anni passavano e Margherita cresceva così come aumentava il suo amore per la bicicletta. La ragazzina ancora non possedeva un veicolo tutto suo ma un amico di famiglia si era offerto di insegnarle a pedalare. La ciclista in erba si era mostrata subito spericolata e, per l’euforia, pedalava con vigore senza alcun timore. Quando Margherita era stata promossa al primo anno di liceo classico, i genitori, Roberto e Maria Luisa, le avevano regalato una bicicletta nera, col carter, senza cambio. Quell’estate la vivace adolescente aveva iniziato a fare “girate” in bicicletta, da sola o in compagnia, nei suggestivi luoghi limitrofi. Sarebbero state quelle solo l’inizio di una lunga pedalata, percorsa con vigore e a schiena dritta, partendo dall’indignazione di Margherita per le odiose leggi razziste del 1939, campionessa di salto in alto e in lungo nei campionati universitari e la sua brillante carriera di astrofisica.
La storia del nostro Paese dal regime fascista alla II Guerra Mondiale fino ai temi odierni quali l’attenzione per l’ambiente, osservata attraverso gli occhi acuti di Margherita Hack. Una narrazione ironica e intelligente in cui la bicicletta non viene mai messa al chiodo. La prosa dell’astrofisica, vergata con ardore e semplicità, attrae il lettore curioso di scoprire l’esistenza di una donna di grande ingegno, dallo spirito libero, la quale ha dedicato tutta la sua vita allo spazio e all’impegno civile.
“Devo concludere che non avrò una quarta giovinezza e dovrò decidermi ad attaccare la bicicletta al chiodo”.
La mia vita in bicicletta
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