La misteriosa fiamma della regina Loana
- Autore: Umberto Eco
- Categoria: Narrativa Italiana
- Casa editrice: Bompiani
- Anno di pubblicazione: 2006
"E lei come si chiama?" "Aspetti ce l’ho sulla punta della lingua"
Queste frasi costituiscono l’incipit de “La misteriosa fiamma della regina Loana", tra i romanzi di Umberto Eco il meno conosciuto o forse più discusso ma, in ogni caso, frutto della sapiente penna d’uno dei più importanti scrittori italiani.
E’ un romanzo in cui molto è avvolto nella nebbia: quella atmosferica descritta da scrittori e poeti e spesso citata nel libro e che fa da sfondo ad alcuni episodi della vita del protagonista e quella mentale in cui lo stesso è immerso poiché, dopo quello che viene definito “un incidente”, in realtà si tratta di un problema circolatorio che lo ha portato al coma, l’uomo ha perso la memoria o almeno parte di essa.
Ha mantenuto, infatti, quella “semantica” per cui riesce a ricordare brani di libri, poesie, fatti storici, ma non ha più quella “autobiografica” ovvero quella riguardante il proprio io, la propria famiglia e, naturalmente, i sentimenti e gli affetti.
Il risveglio in un letto d’ospedale accanto al dottor Gratarolo è, per il protagonista, quasi una rinascita. All’uomo, che poco ricorda, viene detto il proprio nome: si chiama Giambattista Bodoni, come l’illustre incisore italiano, è sposato, ha due figlie che lo hanno già reso nonno. Bodoni è da tempo, però, soprannominato Yambo ed è così che ogni lettore imparerà a chiamarlo.
All’inizio della narrazione il protagonista fa sfoggio della sua memoria semantica citando brani di poesie, di romanzi, di detti entrati nella storia ma deve fare i conti con le grandi lacune nella sua memoria episodica che, come ha detto il dottore, “è andata in tilt”. Si prende cura di lui la moglie Paola che, però, non riesce a rendersi pienamente conto di quanto ogni atto quotidiano, dal semplice lavarsi i denti al bere una tazza di tè bollente, divengano un’autentica scoperta per il marito.
Con il passar dei giorni Yambo recupera la salute fisica ma non la memoria. Per quella ci vorrà un lungo percorso che, iniziato in ospedale, continua a casa dove il protagonista, pian piano, riprende le proprie attività. Yambo torna al lavoro in biblioteca coadiuvato da una giovane assistente, Sibilla, la cui fine bellezza gli provoca turbamento nonché il domandarsi se fra loro, prima dell’incidente, ci sia stata la stessa attrazione, magari un rapporto al di là di quello lavorativo, anche perché i due paiono avere tante cose in comune compreso il parlar tra loro in francese.
Questo è il contenuto della prima parte del libro intitolata proprio “L’incidente” cui ne fa seguito una seconda denominata “Memorie di carta”.
Essa si svolge, in gran parte, a Solara, piccola località piemontese sita tra le Langhe e il Monferrato, nella casa di campagna di famiglia in cui Yambo viene mandato sia per recuperare le forze che per racimolare, nei luoghi in cui è cresciuto, brandelli di memoria. Assistito da Amalia, la governante che non ha mai abbandonato la vecchia abitazione, l’uomo si riposa e prende contatto con antichi sapori attraverso i manicaretti che la donna gli prepara.
Durante il soggiorno a Solara, Yambo si inoltra nell’appartamento dei nonni gelosamente chiuso ma mantenuto intatto come decine e decine di anni prima; sale in soffitta ove sono stipati libri e oggetti appartenenti ad un passato ormai remoto. Quante letture, quante scoperte! Lui, ora consapevole d’esser nato nel 1931 e di avere sessant’anni (la vicenda si svolge nel 1991) riapre vecchi dizionari, libri, giornali. Ecco il Melzi, il Campanini e Carboni, i libri di Salgari e poi, in un luogo cui si accede solo attraverso una botola, Yambo ritrova giornali e fumetti, forse sua antica passione.
“Non riuscivo più a staccarmi da quelle copertine e da quelle vignette. Era come essere a un party e aver l’impressione di riconoscere tutti, provando una sensazione di dejà vu a ogni faccia che s’incontra ma senza poter dire quando si fosse incontrato qualcuno e chi fosse e con la tentazione di esclamare ad ogni istante – Come va, vecchio mio – tendendo la mano ma subito ritraendola per il timore di commettere una gaffe. Imbarazzante rivisitare un mondo dove capiti per la prima volta: come sentirsi reduce in casa d’altri.”
Tra le carte Yambo trova un albo particolare: “La misteriosa fiamma della regina Loana”, una storia scipita, un racconto un po’ sgangherato che forse, però, ancor adolescente, lo aveva affascinato con le vicende di quella donna particolare che possedeva la misteriosa fiamma che dava lunga vita e, addirittura, l’immortalità.
Attraverso tutti questi oggetti e con l’aiuto dell’amico Gianni, la nebbia un poco si dirada. Ecco apparire il ricordo d’una figura femminile, un amore giovanile cui Yambo dev’esser rimasto affezionato: si chiamava Lila ed era una compagna di scuola di cui Gianni tanto gli racconta.
Nella terza parte del romanzo ha luogo un secondo “incidente” e l’uomo è nuovamente in coma. Le sue condizioni sono oltremodo preoccupanti ma, mentre i familiari e i medici pensano che ormai lui sia in stato vegetativo, Yambo ricorda ancora. Quello che gli scorre davanti pare una carrellata del varietà in cui spiccano personaggi conosciuti. Colei il cui volto rimane nella nebbia è Lila e Yambo vorrebbe vederla poiché, pur non in stato di veglia, è cosciente che lei gli abbia regalato momenti di gioia soprattutto dopo i tristi eventi della guerra. Nel profondo sonno invoca la regina Loana perché, con la sua fiamma, faccia luce attraverso quella nebbia. Il tempo rimastogli però è troppo breve.
Nel libro, corredato da figure che sono testimonianza d’un passato che è anche storia, c’è molto dell’autore. Questi, infatti, è accomunato al protagonista dallo stesso periodo di vita poiché pochi giorni separano la sua nascita da quella del protagonista.
Per comprenderlo meglio, va quindi considerato quasi come un racconto autobiografico dello scrittore ed è un modo, quindi, di conoscere più approfonditamente anche Umberto Eco.
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