La mossa dell’assassino di Angela Marsons

Ormai noi assidui lettori dei romanzi noir, ambientati nella dark County, nel sud dell’Inghilterra, che hanno per protagonisti Kim Stone e la sua squadra, credevamo di sapere tutto: eppure la scrittrice Angela Marsons ha il potere di incuriosire, di sorprendere, inventando sempre nuove trame a partire da casi di carattere psichico, con inquietanti risvolti di carattere sociologico, che spaventano, ma nel contempo ci fanno entrare dentro mondi aberranti, in contesti apparentemente tutelati, ma del tutto sconosciuti.
In La mossa dell’assassino (Newton Compton, 2024, traduzione di Anna Ricci) al centro della trama troviamo il caso dei bambini “gifted”, cioè bambini cioè superdotati intellettualmente, a cui i genitori, per vanità, hanno attribuito ruoli sociali che ne hanno distrutto in seguito la personalità, portandoli alla devianza, nel caso migliore.
La detective Kim Stone ha subito nell’infanzia abusi e violenze familiari indescrivibili, che l’hanno resa dura, ma altresì decisa a fare giustizia, a qualunque prezzo, anche mettendo a dura prova la resistenza della sua mitica squadra: Stacey, abilissima informatica, Bryant, il suo vice/alter ego, a cui si aggiunge Tiffany, bella e svelta, allegra e intuitiva; il collega Penn, invece, è stato dirottato su un altro caso, un processo a cui lui partecipa come testimone, che però non sta andando come era scontato che fosse.
Nei 108 capitoli, brevi, che a fine pagina lasciano il lettore incuriosito e interdetto, e questa è una delle abilità della Marsons, ci vengono raccontate diverse storie che seguono una serie di efferati delitti, che hanno come caratteristica comune giochi da bambini. Le vittime infatti vengono trovate coinvolte in diversi tipi di giochi: una giostrina a cui la prima vittima è stata barbaramente incatenata, il gioco della campana su cui viene ritrovato il secondo cadavere, un’altalena, un gioco di società, scenario di un altro morto.
Chi sono queste povere vittime, cosa hanno in comune, chi sta orchestrando questo macabro gioco, a quale vendetta si sta riferendo l’assassino?

I vari personaggi che durante l’indagine compaiono, mettono a dura prova le capacità investigative di Kim Stone, che si ritrova a girare intorno a un enigma che non sembra trovare spiegazione. Una X dietro il collo di tutte le vittime non riesce a trovare risposte; l’unica convinzione degli investigatori è che presumibilmente il killer diabolico è stato un bambino superdotato, che ha subito violenze e che ora, divenuto adulto, si sta atrocemente vendicando. Infatti solo andando a scavare nella vita di questi bambini e seguendoli nel tempo, sarà possibile venire a capo della dinamica folle che ha portato al massacro di ben quattro vittime.
Storie di sorelle e d fratelli, uno dotato, l’altro meno, fanno da sottofondo a questa vicenda oltremodo inquietante, che solo la grande capacità narrativa di Angela Marsons riesce a restitituire appieno.
La scrittrice, rivolgendosi ai suoi fedeli lettori, afferma:

I bambini gifted mi hanno sempre affascinata. Desideravo conoscere il modo in cui vivono, i metodi di educazione e gli effetti di tanta pressione e attenzione nelle fasi successive della loro vita.

Dunque un romanzo poliziesco, si, ma pieno di implicazioni di carattere sociale, psicologico, psicoanalitico, educativo, relazionale, che giustificano il successo dei libri della autrice inglese, puntualmente nei posti alti delle classifiche di vendita.