La nascita della filosofia
- Autore: Giorgio Colli
- Genere: Filosofia e Sociologia
- Categoria: Saggistica
- Casa editrice: Adelphi
Come è nata la filosofia greca? Questo è il tema affrontato da Giorgio Colli, filosofo e storico della filosofia nonché accademico, uno dei maggiori esperti del pensiero greco del secolo scorso, nel piccolo ma denso volumetto La nascita della filosofia (Adelphi, 1991).
I primi filosofi greci che ci hanno lasciato testimonianza scritta del loro pensiero risalgono al VI-V secolo a. C., ma Colli ci mostra che la filosofia è solo l’ultimo sviluppo di una lunga elaborazione precedente. Per indagare la nascita della filosofia, Colli intraprende un viaggio a ritroso nella cultura e civiltà greca fino alle origini mitologiche del pensiero greco.
Secondo Colli all’origine della sapienza greca ci sono Dioniso e Apollo, due divinità che sono state accostate alla violenza brutale (Dioniso) e alla conoscenza e alla razionalità (Apollo). Entrambe trovano un punto di contatto nel mito del Minotauro che viveva nel Labirinto. Quest’ultimo è la rappresentazione mitica di un enigma che va sciolto con la razionalità apollinea. Ma nel Labirinto c’è il Minotauro, la mitica figura metà uomo e metà toro, il mostro con il quale sarà necessario affrontare una sfida mortale, che rappresenta la parte dionisiaca del mito.
Sarà Teseo l’eroe greco che scioglierà l’enigma del Labirinto entrando e uscendone vivo dopo avere ucciso il Minotauro. Il tutto grazie al filo di Arianna – simbolo del logos e della razionalità apollinea – che lo aiuterà a districarsi nel Labirinto.
Il binomio enigma/sfida mortale rimarrà un tratto distintivo dei primi sapienti della Grecia arcaica. Sul tema, Colli riporta un antichissimo racconto, citato anche da Aristotele, relativo ad Omero, il mitico poeta che era un sapiente.
Omero vide alcuni pescatori che rientravano dalla pesca e chiese se avevano preso qualcosa. I pescatori, che non avevano pescato nulla e si spidocchiavano sulla spiaggia, gli risposero con un enigma:
“Quanto abbiamo preso l’abbiamo lasciato, quanto non abbiamo preso lo portiamo”.
L’incapacità a risolvere l’enigma, poi rivelato dagli umili pescatori, porta il sapiente Omero fino alla morte.
Con il passare del tempo, la sfida mortale di un enigma si trasformerà in sfida a due: ogni sapiente, trasformatosi in una sorta di agonista, dovrà sempre dimostrarsi pronto ad affrontare un altro sapiente in vere e proprie “gare” di argomentazione dialettica, nelle quali, attraverso una successione di domande, un sapiente prevale sull’altro dimostrando la falsità dell’affermazione di partenza dell’avversario. La sconfitta di uno dei due sapienti potrà rappresentare la sua fine come sapiente, ma non necessariamente la sua morte fisica.
La disciplina della dialettica come tecnica di ridurre ad assurdo le argomentazioni avversarie troverà il suo massimo vertice in Zenone di Elea, creatore dei celeberrimi paradossi.
In seguito, la dialettica a due sapienti, uno domandante e l’altro rispondente – davanti ad un pubblico - si trasformerà in oratoria, il discorso di un solo protagonista diretto a convincere un pubblico che poi decreterà il vincitore. Una disciplina tipica della polis greca e della democrazia che i Sofisti portarono alla massima espressione. Siamo agli albori della filosofia greca. Il passo ulteriore sarà quello della elaborazione in forma scritta di opere complesse e articolate che troverà in Platone uno dei suoi primi massimi esponenti.
Gli antichi sapienti gradatamente lasciano il posto ai filosofi e la filosofia rappresenta dunque una sorta di fase di decadenza della sapienza greca, uno stadio nel quale si è fatalmente persa la grande energia comunicativa che pervadeva gli scontri “dal vivo” dei sapienti che si fronteggiavano spiegando le proprie argomentazioni in presenza di un pubblico. Gli ultimi sapienti guardarono con diffidenza alla filosofia, pensando che la fredda scrittura non avrebbe mai potuto trasmettere una vera conoscenza, per di più a un pubblico di lettori distante e impersonale.
La nascita della filosofia, per Colli, è dunque plasticamente rappresentata dal passaggio generazionale tra Socrate, maestro di Platone, forse l’ultimo dei grandi sapienti greci che non lasciò nulla di scritto e Platone, l’allievo che diede una forma letteraria alla sapienza greca trasformandola in filosofia.
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