La neve al mare (Lisciani Libri 2019, pp. 160, 8,90) è il nuovo romanzo per ragazzi di Marco Di Tillo, scrittore e regista televisivo romano, laureato in Psicologia, che vive e lavora a Roma con la moglie, tre figli maschi e un cane femmina.
Marco Di Tillo ha scritto per molti anni programmi radiofonici e televisivi per la Rai, libri per giovani lettori, tre romanzi dedicati all’Ispettore romano Sangermano e due romanzi dedicati all’Ispettore genovese Marco Canepa. L’autore conosce perfettamente il problematico e controverso universo giovanile e in queste pagine, scrivendo una storia di fantasia, ma che potrebbe capitare anche ai nostri figli, narra un’imprudente estate trascorsa ad Anzio, comune marino vicino a Roma, di tre sedicenni in vacanza.
Nel romanzo breve dedicato “Ai miei figli”, il bravo Di Tillo, avverte tutti i lettori, dai 14 ai 99 anni, ma soprattutto gli adolescenti, affermando che “la neve”, cioè la droga, è non pericolosa, pericolosissima, non solo perché crea dipendenza. L’abuso di droga e alcol è da sempre, tra le principali problematiche che riguardano gli adolescenti. Inoltre sembra sempre più raro il consumo che si ferma a una sola sostanza. Attenzione al fenomeno del poli-abuso, che sta divenendo sempre più comune e vede gli adolescenti italiani (anche sotto i 16 anni) come capofila in Europa secondo l’European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction (dati relativi all’anno 2014). Quindi ben ha fatto Di Tillo a riportare l’attenzione su di un problema grave e talvolta sottovalutato, almeno fino a quando casi di cronaca riportano in prima pagina crudeli storie di giovani che per leggerezza ed emulazione addirittura perdono o rovinano la vita loro e dei loro amici.
Scendevano le scalette che da via Cupa portavano giù a via Gramsci. Nessuno aveva in tasca un centesimo, tutti e quattro avevano in bocca uno spino.
Capozzi, detto Pennellone, alto e magro, in testa il berretto del Nettuno Baseball con la visiera abbassata al massimo per tentare di nascondere “gli sciagurati” brufoli che aveva sulla fronte. Il fratello Paolo, chiamato Pennellino, masticava la gomma americana, il palestrato Matteo con le orecchie sempre tappate dagli auricolari del cellulare dentro cui aveva inserito musica solo ed esclusivamente rap. E poi c’era Giulio, 16 anni, il re del superficiale, non alto e forse neanche troppo intelligente, visto che i professori, forse con un tocco di perfidia, gli avevano regalato tre graziosi debiti in altrettante sfiziose materie: latino, greco e filosofia. Un’estate al mare di Anzio che si annunciava noiosa, spesa a sbirciare le belle ragazze che non si filavano assolutamente i nostri quattro moschettieri. Tante le sigarette fumate e molte le birre bevute, condite da qualche furtarello di motorini davanti allo stadio del baseball di Nettuno, qualche scherzetto sciocco per ammazzare la monotonia. E poi qualcosa di nuovo, finalmente accade. Sotto forma di “neve”. Allora il gioco della vita diventa serio e imprevedibile, e può fare molto, ma molto male.
C’era uno strano pulviscolo bianco che gli girava intorno e che faceva proprio un effetto incredibile. Come se nevicasse. Come se ci fosse la neve. E chi l’aveva mai vista prima la neve al mare?.
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Articolo originale pubblicato su Sololibri.net qui: "La neve al mare" di Marco Di Tillo. Un avvertimento per i giovani lettori
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