La notte del diavolo di Fabrizio Carcano

Torna il vicequestore Bruno Ardigò, felice creatura di Fabrizio Carcano, ne La notte del diavolo (Mursia, 2020), un thriller esoterico ad alto tasso adrenalinico.
Bruno Ardigò, in un precedente libro, è stato definito “un cacciatore di Caini”, perché lui gli assassini cerca di stanarli, di catturarli, di entrare nelle loro mente malate. Lui, non più giovane, ama fare tutti i giorni

“La sua canonica passeggiata dimagrante, consigliata dall’osteopata che aveva in cura la sua schiena scricchiolante e dal cardiologo che teneva sotto controllo la sua pressione arteriosa e il suo colesterolo sempre oltre i limiti. L’attività fisica era un must per lui.”

Qui siamo nell’estate del 2020 a Milano, quando viene trovato il cadavere di un uomo nel Tempio della Notte, un tempio ipogeo situato all’interno di Villa Finzi:

“Uno dei tanti gioielli del patrimonio ambientale e architettonico milanese sconosciuto ai più. Ignorata più che ignota, tranne che per quelli del quartiere. Nel 1829 un nobile ungherese, un ufficiale imperiale dell’Esercito austriaco distaccato a Milano, il conte Batthyyany, aveva fatto edificare quella maestosa villa sui resti di una vecchia fattoria in quel tratto di campagna, tra la Martesana e il borgo di Gorla, a due passi dalle porte della Milano asburgica.”

Un cadavere non comune,

“Il corpo di quell’uomo rappresentava una autentica mappa demoniaca. La schiena era dominata da una serie di triangoli rovesciati ed intersecati per formare croci oblique da cui emergevano una X e una V; su un avambraccio una croce nera, rovesciata e l’immancabile 666; sul braccio sinistro l’oroboro nero.”

Da questo momento in poi una serie di orribili delitti. Tutto pare ruotare intorno a una setta satanica che compie rituali orgiastici in nome del diavolo:

“Era arrivato in quell’antro seguendo il bandolo di un’inchiesta che lo aveva portato a sfiorare il cuore del male, senza agguantarlo. […] Quando nella tradizione contadina si eseguivano sacrifici animali, per offrire sangue fresco, sangue caldo, alla divinità del sole, che da quel momento avrebbe cominciato a decrescere, perdendo forza.”

Non sarà facile giungere alla verità per il vicequestore, anche se aiutato da Morena e dai suoi sogni premonitori:

“Una visionaria diversa dalle altre: perché quando chiudeva gli occhi, di notte vedeva la morte. Quella violenta e coniugata al femminile.”

Un giallo al cardiopalmo, scritto con una prosa precisa, puntuale, priva di inutili fronzoli. Una trama avvincente e sapientemente costruita, personaggi animati e descritti con vividezza completano il quadro di una lettura che scende prepotente negli abissi della mente umana e delle sue perversioni. Molto consigliato agli amanti dell’esoterismo, per provare qualche brivido in più.