La notte del gatto nero
- Autore: Antonio Pagliaro
- Casa editrice: Guanda
- Anno di pubblicazione: 2012
Qual è il più grande incubo di ogni genitore? Senza dubbio ciò che accade a Giovanni Ribaudo, rispettabile professore e cittadino palermitano, che una notte alle tre viene risvegliato da un’inquietante telefonata: una donna cerca suo figlio Salvatore, diciannove anni. Salvatore però non è nel suo letto e non torna a casa nemmeno il mattino dopo, quando i genitori, preoccupati, decidono di sporgere denuncia… È l’inizio di un incubo senza fine, una discesa negli inferi del tragicamente possibile che terrà i lettori col fiato sospeso fino all’ultima pagina.
Pubblicato da Guanda nel 2012, “La notte del gatto nero” di Antonio Pagliaro è uno di quei romanzi che tutti gli italiani dovrebbero leggere. Di più, credo si tratti di un’opera – purtroppo rarissima nella narrativa contemporanea – da preservare con cura e tramandare alle generazioni future come testimonianza dell’inarrestabile declino di una società dove l’attitudine al “male”, inteso nella molteplice accezione di corruzione, rovesciamento di valori e perversione dagli infiniti volti, non è ascrivibile solo a un determinato popolo, a una regione, a un gruppo sociale o semplicemente alla mafia: il male è insito nell’uomo e pervade ogni ambito della sua esistenza sociale, regnando perfino nelle istituzioni che per antonomasia dovrebbero combatterlo, ossia lo Stato e ancora di più il sistema giudiziario.
Non so perché l’editore abbia scelto un titolo e una copertina che rimandano al più classico dei gialli, dal momento che, di questo genere, il romanzo del bravissimo Pagliaro ha poco o nulla. Posso ipotizzare si tratti di puro e semplice marketing, ma per la prima volta non mi sono sentita delusa nell’aspettarmi un romanzo di genere e nel trovarmi invece davanti un’opera di tutt’altro tipo, una storia intensa e terribile, che toglie il fiato dall’indignazione, dallo sconcerto di dover ammettere a se stessi che le vicende accadute a Giovanni Ribaudo, potrebbero accadere a ognuno di noi, con esiti simili.
Precisa e asciutta, scevra di ridondanze, giudizi e inutili moralismi, la scrittura di Pagliaro tratteggia con lucido realismo il volto di una società allo sbando, ipocrita fin nel midollo. Se di “requisitoria morale” si può parlare, come riportato nella quarta di copertina, si tratta di una requisitoria sui generis: l’intento dell’autore, infatti, non è quello di pontificare né di sfogarsi; come i più grandi realisti di tutti i tempi, egli si limita a esporre i fatti, perché essi parlano da soli.
Geniale e insieme agghiacciante, “La notte del gatto nero” è un libro da maneggiare con cura, soprattutto per coloro che non vogliono vedere e preferiscono nascondere la testa sotto la sabbia, come gli struzzi, sia per una sorta di ipocrita e vigliacca assuefazione sia per eccesso di ingenuità, com’è il caso di Ribaudo. Personalmente, più leggevo più la mia indignazione cresceva, unita alla consapevolezza che, fatta salva la finzione letteraria che viene ribadita già nella prima pagina, quello che leggevo non era che una variante delle mille e più storie simili che si svolgono ogni giorno nel Paese in cui viviamo e in chissà quanti altri.
La notte del gatto nero: un thriller italiano avvincente, un giallo denso di mistero e suspense. (Il racconto del crimine / gialli e thriller / true crime)
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