La palude
- Autore: Charlotte Link
- Genere: Gialli, Noir, Thriller
- Categoria: Narrativa Straniera
- Casa editrice: Corbaccio
- Anno di pubblicazione: 2019
“Tre ragazze scomparse, un cadavere nella brughiera, nessuna traccia…”. Ci sanno fare le Edizioni Corbaccio. Le poche battute in copertina, sotto uno squallido passaggio umido erboso, sono il biglietto da visita perfetto per il giallo “La palude”, novità in Italia dell’avviatissima scrittrice tedesca Charlotte Link, pubblicato dalla casa editrice milanese a gennaio (492 pagine, 19.60 euro), sequel del thriller “L’inganno” (sempre Corbaccio, 2015), primo romanzo in cui sono entrati in scena i due investigatori che ritroviamo.
Una è Kate Linville, sergente investigativa a Londra, presentata dalla Link come una ragazza “non attraente”, scialba e sempre impacciata, ma con una capacità innata di afferrare il carattere di chi si trova davanti. È ancora turbata dalla tragica morte del padre, avvenuta nel primo titolo, un ex poliziotto con tanti nemici, che viveva da solo a Scarborough, nello Yorkshire. Richard era stato torturato e soffocato proprio nell’appartamento di famiglia, ereditato da lei. Con gli uomini Kate è una frana, non ci sa fare. È innamorata di Caleb e lui nemmeno se n’è accorto. L’ispettore capo della polizia di Scarborough, Caleb Hale, aveva dovuto occuparsi del caso Linville, seguendo cocciutamente una pista sbagliata. Questo lo ha reso insicuro, facendolo ricadere in una vecchia dipendenza, l’abuso di alcol, una delle sue non poche debolezze.
Non si può dire che nello Yorkshire la vita scorra monotona. Dal 2013 Hale guida le indagini sul caso che ha scosso tutta la regione, la scomparsa di una quattordicenne, Hannah Caswell. Mai ritrovata, a differenza di Saskia Morris.
Ma torniamo a ritroso ad Hannah, come fa del resto il romanzo. Ha 14 anni e vive col papà, Ryan, gelosissimo (la mamma è andata via di casa quando lei aveva solo 4 anni). È un’adolescente con qualche chilo di troppo, la faccia paffuta. Non si ritiene affatto cool, anche per via dell’abbigliamento da bambina che il padre le fa indossare, più che altro fagotti.
Di ritorno dal compleanno della nonna, accetta un passaggio da Kevin, occhi scuri, cappuccio alzato. Papà Caswell lo considera pericoloso e figlio di una famiglia pericolosa, ma è uno dei ragazzi più ambiti a scuola e le sta dimostrando stranamente attenzione. La lascia alla stazione, dandole appuntamento per la festa scolastica.
Mentre attende il padre, un’auto le si ferma accanto e Link ci fa assumere il punto di vista di chi ha preso Hannah. L’ha vista per caso, cambiando strada per un ingorgo. L’aria tenera e infantile ha fatto colpo, anche se non la trova particolarmente bella. Meno che quindicenne, gli è sembrata timida, beneducata. Si capiva che non voleva montare sull’auto sconosciuta, che aveva paura, ma non si è rifiutata con rabbia, non ha preso a calci la portiera. Da quando l’ha tirata su per portarla nella “nuova casa”, non ha mai smesso di piangere, per mesi. A causa di quei lamenti incessanti, non ce l’ha fatta più a scendere in cantina.
Anche Amelie Goldsby ha 14 anni. I capelli sono lunghi, biondi, ama i jeans e per la disperazione di mamma Deborah si atteggia a ribelle sprezzante, ma sotto sotto apprezza le comodità di casa. Fatto sta che in gita scolastica in Scozia non ci vuole andare assolutamente, farebbe di tutto per sottrarsi.
Scompare dal parcheggio del supermercato dove attendeva la madre e Kate viene coinvolta, casualmente ospite col suo inseparabile gatto nel Bed & Breakfast Golsby, mentre si trova a Scarborough per risolvere il problema degli affittuari della casa del papà.
Tre anni prima Hannah, poi la Morris, ora Amelie. Degli escursionisti trovano il corpo di Saskia nella brughiera. Non ci sono segni di violenza sessuale, ma è denutrita, si direbbe morta di fame e di sete. La stampa battezza l’ignoto, il killer della brughiera.
Un’altra quattordicenne si eclissa, anche se quello di Mandy sembra più un allontanamento volontario. La ragazzina era in lite continua con la mamma, che nell’ultimo episodio l’aveva ustionata con un getto d’acqua bollente.
Si chiama Alex Barnes l’uomo che riesce a salvare Amelie, sorreggendola sulle rocce, dove le onde si infrangono contro un muraglione sormontato da una ringhiera. La giovanissima è ricoverata e tutte le si fanno addosso. Di certo è stata trattenuta in un luogo al coperto e non è denutrita. Secondo i medici non è vergine, ma non sanno stabilire da quanto tempo. Aveva un ragazzo? I genitori sono sempre gli ultimi a sapere.
Quando parla, non sposta la situazione. Dice tra le lacrime d’essere stata rapita da un uomo e segregata da qualche parte. È riuscita a scappare sulla costa, trovandosi in difficoltà, c’era voluto tutto l’impegno di Barnes. Era stato drammatico, aveva pensato di non farcela a salvarla.
Chi vorrebbe farcela con gli uomini è Kate. Si è iscritta a un sito d’incontri, sta provando appuntamenti al buio. Alcuni la deludono, altri sbirciano da lontano e non si presentano, c’è chi se ne va con una scusa, non mancano gli inconcludenti. Finché non si presenta Colin, un tipo di mezza età, sorridente. Sembra interessato a lei.
La palude. Le indagini di Kate Linville: Vol. 2
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